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Il valore di Apple supera quota 500 mld di dollari, mentre cresce l’attesa per il nuovo iPad e il dividendo

Stati Uniti


All’indomani dell’invio degli inviti per la conferenza stampa del 7 marzo sulla presentazione del nuovo iPad, la capitalizzazione di Apple ha superato, ieri, i 500 miliardi di dollari, toccando, per la precisione, quota 505,8 miliardi. Dall’inizio dell’anno, l’azione del gruppo californiano è cresciuta del 34%, mentre l’indice Dow Jones è cresciuto del 7%.

La compagnia vale ora 98,1 miliardi di dollari in più della società petrolifera Exxon Mobil.

 

L’iPad 3, dunque, ha risvegliato gli appetiti degli investitori, nonostante sulle sue caratteristiche circolino ancora solo indiscrezioni: si parla, in rete, di una risoluzione superiore a quella del precedente modello, di un processore più potente (A6) – in grado di migliorare la grafica e la velocità di esecuzione e la durata della batteria – di compatibilità con lo standard 4G, già adottato negli Usa da AT&T e Verizon. Il prezzo base dovrebbe essere di circa 499 dollari.

 

Dall’uscita del primo iPad, nel 2010, Apple ha venduto 55 milioni di tablet, che hanno generato un fatturato di 34,5 miliardi di dollari e contribuito all’esplosione dei profitti degli ultimi due anni.

Al quarto trimestre 2011, l’utile netto è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, a 13,1 miliardi di euro.

 

Apple continua a stradominare il mercato – che del resto prima dell’arrivo dell’iPad neanche esisteva – con una quota del 61% e, nonostante i diversi device nati per contrastarlo, solo Amazon col Kindle Fire e Samsung col Galaxy Tab (entrambi con sistema operativo Android) sono riusciti a rosicchiare qualche punto di market share.

Le cose, secondo gli analisti, potrebbero cambiare con l’arrivo di Windows 8, il nuovo sistema operativo Microsoft presentato ieri a Barcellona e concepito proprio per i tablet e i dispositivi mobili (leggi articolo Key4biz).

 

Ma il nuovo picco toccato dal titolo potrebbe essere legato anche alla speranza dell’arrivo del dividendo, il primo dal 1995, quando il payout era di 12 cent per azione.

 

Ora, secondo i dati forniti da Bloomberg, la società potrebbe dichiarare entro l’anno un dividendo trimestrale di circa 2 dollari per azione. Le proiezioni, spiega l’agenzia, si rifanno ai dividendi pagati da altre aziende del settore come Microsoft (che paga i dividendi dal 2003) e IBM e implicherebbero un esborso di 7,46 miliardi, una briciola rispetto ai 97,6 miliardi di liquidità in cassa.

 

Secondo l’analista Howard Ward di Gamco Investors, la domanda di prodotti Apple ha aiutato la compagnia a incrementare i profitti più velocemente del prezzo delle azioni, rendendo il rapporto prezzo-utili più favorevole.

 

Dal ritorno in azienda di Steve Jobs – che ha preferito sacrificare la remunerazione degli azionisti per mantenere alto il livello di cassa del gruppo – Apple si è trasformata da una semplice coprotagonista del mercato dell’informatica a una leader assoluta nel settore dell’elettronica di consumo, delle vendite di musica digitale e anche dei dispositivi mobili. E anche dopo la morte di Jobs, la società ha dimostrato coerenza sia negli obiettivi pionieristici che nei risultati. Loro creano, gli altri inseguono e i margini di crescita restano ancora molto alti, visto che la società deve ancora assestarsi in Cina e l’iPhone è venduto dal 30% degli operatori mondiali.

 

La distribuzione di un dividendo sarebbe vantaggiosa per la società, dicono gli analisti, perchè attrarrebbe una nuova classe di investitori che detengono azioni soltanto di aziende che offrono una remunerazione. Apple potrebbe quindi acquistare le proprie azioni, con una mossa che farebbe lievitare ulteriormente il prezzo delle azioni.

 

I tempi sono comunque maturi: lo stesso Tim Cook ha recentemente ammesso che la società ha molti più soldi di quanti ne servano e affermato che il board sta valutando attentamente la questione del dividendo e agirà nel migliore interesse degli azionisti.

Azionisti che, neanche troppo velatamente, stanno premendo per una distribuzione del dividendo: i più accorati appelli arrivano da Capital Advisors, Wedgewood Partners Inc. e Sustainable Growth Advisers. Ma tutti gli investitori si fregano le mani pensando ai possibili guadagni: Fidelity Management & Research Co, il maggiore investitore con 48,6 milioni di azioni, metterebbe in tasca 97,2 milioni di dollari a trimestre. Vanguard Group, secondo maggiore azionista, ne intascherebbe 74,4 milioni, mentre al terzo azionista, State Street Corp, andrebbero 69,5 milioni.

 

Solo nel primo trimestre fiscale 2012, Apple ha generato 16 miliardi cash e secondo gli analisti di Sterne Agee & Leach in tutto l’anno ne genererà 75 miliardi di dollari.

 

Apple e Google sono le uniche aziende tecnologiche con un valore di mercato superiore a 100 miliardi di dollari che non distribuiscono il dividendo. A settembre, Microsoft ha aumentato il suo del 25% a 20 cents per azione. A maggio, Intel lo ha portato da 18 cent a 21 cent. IBM paga un dividendo di 75 cent e Cisco di 8 cent.

 

Apple, intanto, è alle prese in Cina col caso Proview, che reclama la proprietà del marchio iPad: l’azienda californiana ha chiesto ai giudici dell’Alta Corte di Guangdong una sentenza “equa e giusta”, sottolineando che permettere a Proview di produrre device col marchio iPad danneggerebbe i consumatori.

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