Europa
Gli investimenti nelle infrastrutture tlc di nuova generazione potrebbero saltare se i regolatori continuassero a pregiudicare le fonti tradizionali di reddito dell’industria come le tariffe di terminazione e di roaming.
Lo ha affermato nell’ambito del Mobile World Congress il Ceo di Vodafone Vittorio Colao, che ha chiesto una “moratoria sulla regolamentazione” per salvaguardare l’occupazione e gli investimenti nel settore.
Nel suo keynote speech, il numero uno di Vodafone ha criticato neanche troppo velatamente i regolatori europei, parlando di approccio “obsoleto” nei confronti di un’industria che sta investendo pesantemente nelle reti e proprio in un momento in cui i ricavi subiscono la pressione della crisi economica e della concorrenza.
Nell’ultimo anno, gli operatori europei hanno registrato un crollo dei ricavi in linea con la riduzione imposta dai regolatori alle tariffe di terminazione ma sono contestualmente chiamati a investire sulle reti di nuova generazione, sia per acquisire lo spettro necessario sia per la realizzazione ‘fisica’ delle reti.
I regolatori, ha aggiunto, devono “smetterla di tagliare tariffe di terminazione all’ingrosso e di minacciare un ulteriore taglio alle tariffe di roaming, realizzando buffe aste designate a cavare altri soldi dagli operatori e resistendo al consolidamento dell’industria”, ha affermato Colao, sottolineando che la sua non è una “richiesta di moratoria sulla competizione ma una più forte richiesta di moratoria sulla regolamentazione”.
La realtà, ha sottolineato, è che ogni anno si perdono introiti per centinaia di milioni a causa dei tagli alle tariffe di terminazione, che portano come conseguenza una riduzione degli investimenti. “Gli investimenti vogliono dire posti di lavoro non solo nel settore telecom, ma anche in quello dei media, dell’intrattenimento e dello sviluppo di applicazioni”, ha affermato Colao, che ha quindi aggiunto: “L’Europa ha bisogno di creare occupazione o di ulteriori tagli alle tariffe? Si dovrebbe fermare questo continuo intervento sui prezzi e lasciare che l’industria reinvesta il denaro”, riecheggiando anche le parole del presidente di Telecom Italia e della GSMA, Franco Bernabè, che dalle pagine del Financial Times aveva chiesto una maggiore cooperazione tra i player del settore – OTT compresi – e delle regole che rispettino tutti (Leggi articolo Key4biz) e, dal palco del Mobile World Congress ha denunciato che la media dei ricavi per utente è scesa, negli ultimi 5 anni, da 26 euro a 20 a causa sia della forte competizione che dell’eccessivo “fardello regolamentare”.
“Questo – ha affermato Bernabè – deve spingere gli operatori europei a rivedere i termini di un modello di business che vede oggi la voce generare l’80% dei ricavi ma solo il 20% del traffico”.
Colao, dal canto suo, ha affermato che Vodafone non intende tagliare gli investimenti, ma certamente selezionerà gli investimenti sulla base della ‘pesantezza’ della regolamentazione vigente e, a margine del suo keynote, ha sottolineato: “Oggi per la prima volta ho sollevato la questione: non ho mai tagliato gli investimenti, ma potrei dirottarli in diverse aree geografiche”.
Le parole di Colao, tuttavia, stridono con quanto affermato dallo stesso palco dal Commissario per l’Agenda digitale Neelie Kroes che ha difeso l’impostazione dell’esecutivo sia per quanto riguarda la terminazione che i tagli alle tariffe di roaming (Leggi articolo Key4biz).
Un’ulteriore risposta al J’accuse di Colao, quindi, è arrivata anche tramite un post sul blog di Ryan Health portavoce della Kroes, che ha sottolineato la sorpresa del Commissario alle parole del numero uno di Vodafone.
La Kroes,che già nel suo discorso al MWC, aveva sottolineato che “è finito il tempo dei giochetti” e che “oggi, l’industria ha la necessaria fiducia per investire e i giusti incentivi per innovare”. in effetti, non le manda a dire e afferma: “Messaggio a Vittorio e Vodafone: il tuo è un bluff e io non rispondo bene alle minacce. Prendo le difese dei clienti Vodafone e ricordo a tutti che vogliamo più spettro per il settore mobile e un mercato più grande. Una concorrenza leale nel roaming è una buona contropartita per queste opportunità. Ricordate che se i consumatori non avranno più paura a usare il loro smartphone o il tablet all’estero quando viaggiano per l’Europa, ne beneficeranno anche gli operatori”.
Nel suo intervento, Colao ha quindi invitato l’industria a condividere i 30 miliardi di investimenti necessari per la realizzazione delle reti di nuova generazione.
“Vodafone – ha detto – ha rivolto ai maggiori player del settore l’invito a condividere gli investimenti in queste reti. Finora non siamo riusciti a convincerli che è una buona idea, ma siamo determinati a farlo”.
La soluzione, ha affermato, “è di competere su un’infrastruttura aperta e condivisa”.
“Se i tempi sono duri e non c’è abbastanza denaro, probabilmente dovremmo piegarci a una situazione di co-investimento e avere infrastrutture aperte e co-investite”, ha aggiunto, specificando che Vodafone – il terzo maggiore operatore mobile mondiale – opera anche nella rete fissa in tre dei principali mercati europei: Italia, Spagna e Germania.
“C’è ancora una resistenza al concetto di reti aperte, non tanto nel mobile quanto nel fisso”, ha affermato infine Colao, scherzando sul fatto che la popolarità degli smartphone e la loro importanza nella vita delle persone è tale che secondo una ricerca Vodafone il 33% delle persone rinuncerebbe al sesso ma non allo smartphone.