Italia
Rischiano di diventare la metà le oltre 600 Tv locali presenti attualmente in Italia. Nel mirino della piccole emittenti televisive il decreto che dovrebbe liberare i canali dal 61 al 69 UHF, quindi anche Telelombardia (canale 64), per la banda larga mobile e garantire 175 milioni di euro di indennizzi a quelle espropriate delle frequenze.
Tra queste il circuito di Sandro Parenzo, editore del gruppo televisivo Mediapason che comprende anche Telelombardia (240 dipendenti), e alcune storiche emittenti private romane come Tele Oro.
Le emittenti potrebbero continuare a vivere, almeno in buona parte, con una nuova collocazione nell’etere. Ma questo spostamento di banda porterebbe a una perdita di visibilità e audience che sarebbe difficilmente sopportabile.
Le misure di indennizzo poi sarebbero destinate a una distribuzione ‘a pioggia’ senza che vi sia una distinzione tra una qualsiasi antenna Tv e vere e proprie imprese televisive e senza differenziazione né per quanto riguarda il numero di telespettatori, né relativamente al numero di dipendenti.
Per Sandro Parenzo, ‘è una truffa’ e ha già fatto sapere che farà ‘ricorsi in tutte le sedi’.
Domani le associazioni delle Tv locali, Frt e Aeranti-Corallo, organizzano a Roma un incontro col mondo politico allo scopo di sottolineare che il passaggio alle trasmissioni digitali terrestri, come è realizzato, sta mettendo a rischio il pluralismo e la libertà di impresa del settore televisivo, penalizzando l’emittenza locale.
“Chiediamo soprattutto nuovi criteri di scelta distinguendo tra chi vuole chiudere e chi no“, ha detto Alfredo Donato, direttore generale di Frt, il quale ha anche ricordato che il settore fattura quasi 600 milioni di euro, con oltre 5 mila addetti a contratto.
Intanto lunedì scorso, presso la sede del Ministero dello Sviluppo economico s’è tenuto un incontro tra il Sottosegretario Massimo Vari e una delegazione di Aeranti-Corallo composta da Marco Rossignoli, Luigi Bardelli e Alessia Caricato.
L’Associazione ha chiesto al Sottosegretario uno slittamento degli switch-off calendarizzati per l’anno 2012 (previsti a partire dal prossimo 7 maggio in Abruzzo, Molise e provincia di Foggia e che si dovrebbero concludere il 30 giugno con Sicilia e Calabria). Non avendo, infatti, l’Agcom ancora emanato le delibere di pianificazione delle frequenze per le aree tecniche 11, 14 e 15, il MiSE non può emanare i bandi per la presentazione delle domande di assegnazione dei diritti di uso delle frequenze e per la conseguente formazione delle graduatorie per le tv locali.
Inoltre, Aeranti-Corallo ha chiesto che venga valutata l’opportunità di emanare tali bandi in tempi scaglionati, come avvenuto per le regioni interessate dallo switch-off 2011, al fine di evitare problematiche sia alle imprese sia al Ministero, dovute al rilevantissimo numero di imprese che saranno coinvolte nello switch-off e che presenteranno le relative domande.
E mentre ancora restano grossi dubbi sugli indennizzi previsti, il futuro delle Tv locali potrebbe essere messo in rischio da un’altra decisione.
Nella prossima WRC, che si terrà nel 2015, si potrebbe decidere di sottrarre la banda 700 MHz (canali 50-60) alla radiodiffusione televisiva dal 2018, a favore dei servizi di banda larga mobile.
Per le Tv locali un simile provvedimento non sarebbe comunque accettabile, posto che l’emittenza locale è già stata penalizzata dalla attribuzione dei canali 61-69 UHF e di sei canali al beauty contest, ora sospeso.