Italia
Social network e app per smartphone stanno diventando sempre più importanti anche per il mercato della moda. Un fenomeno che, però, tarda a prendere piede in Italia, nonostante anche i grossi marchi abbiano cominciato a risentire della crisi economica.
“Milano è sempre all’avanguardia nel campo della moda, ma in ritardo per quanto riguarda la tecnologia. Qui la gente si prende il suo tempo, non è New York“, commenta la fashion blogger Olga Rink all’AFP, all’uscita di una sfilata milanese fall-winter 2012. “Sono sicura – ha aggiunto – che alla fine riusciranno a colmare il gap”, ma fino ad allora?
Una delle applicazioni iPhone, must-have delle sfilate di New York e Londra, è la Fashion GPS Radar, che non è ancora decollata a Milano. L’app in questione, che conta già 6.500 utenti, permette di registrarsi agli eventi, localizzare gli show su una mappa interattiva e fare check-in tramite lo scanning di un codice a barre personale. Tramite questa app i produttori dei fashion show possono mandare inviti, organizzare i posti a sedere e tenersi aggiornati sugli spostamenti degli editors e dei buyers.
“In Italia, invece, si continuano a preferire i classici cartoncini di invito”, ha detto con disappunto Jennifer Jann, responsabile marketing di questa applicazione.
Ma per Salvo Testa, professore di Fashion Management all’università Bocconi, i grandi marchi italiani stanno recuperando il loro ritardo: “Hanno impiegato un po’ di tempo a rendersene conto, ma i social network e i blog sono adesso il principale settore di investimento”.
I video (online), ha detto Testa all’AFP, sono sempre più usati per stabilire un collegamento emozionale con il marchio basato su una modalità che consente maggiore diffusione ed è meno costosa rispetto alla pubblicità tradizionale.
Il mondo della moda, ha osservato l’esperto, ha cominciato a muoversi su internet, “una rivoluzione che ha fatto di questo strumento il cuore dell’industria: i marchi considerano già il web uno strumento efficace per raggiungere milioni di persone e costruire una relazione individuale” con i loro clienti.
La gamma di strumenti a disposizione è veramente vasta: i video online consentono di entrare nei backstage delle sfilate, le celebrità vengono fotografate con gli ultimi modelli delle case di moda e i fan su Facebook godono di offerte esclusive.
“Stiamo facendo gli ultimi fittings. Gli inviti sono stati inviati. C’è un’ultima cosa da fare: accomodatevi nella vostra postazione virtuale“, ha detto Gucci mercoledì prima della sua sfilata milanese ai suoi 300 mila follower su Twitter e ai sui 6 milioni di ‘amici’ su Facebook.
In un Rapporto sul lusso e l’era del digitale, pubblicato a novembre, l’associazione Altagamma, che raggruppa i negozi di fascia alta, ha sottolineato che ormai non sono i critici di moda ma i blogger e le reti sociali a dettare tendenza. Il 50% dei consumatori li consulta prima di effettuare un acquisto.
Inoltre stiamo assistendo alla forte crescita dei siti di eCommerce per il settore fashion come net-a-porter, mywardrobe.com, Gilt…
“Le vendite di capi di lusso stanno aumentando grazie a questi siti, ma per riuscire devono offrire qualcosa di più“, ha commentato Isabel Cavill, esperta dell’istituto di ricerca Planet Retail.
Moda Operandi, sito fondato da un ex manager di Gilt e giornalista di Vogue, permette ai suoi membri di comprare capi presentati alle sfilate anche prima che questi siano messi in vendita.
Paradossalmente, grazie a internet, “la moda e il lusso hanno lasciato la ‘Hall of Fame’ fatta di passerelle, VIP e star del giornalismo per stabilire relazioni dirette con i consumatori reali”.