Privacy: la policy di Google continua a preoccupare mentre i principali sviluppatori OS siglano accordo sulle app

di Raffaella Natale |

L’intesa impegna le società a fornire maggiori dettagli sulla privacy prima che gli utenti scarichino applicazioni e le obbliga a svelare come vengono usati questi dati.

Stati Uniti


Google

La National Association of Attorneys General ha chiesto a Google di mettere un freno alle nuove disposizioni sulla privacy che dovrebbero entrare in vigore dal prossimo 1° marzo (Leggi Articolo Key4biz).

L’Associazione, che raggruppa i procuratori generali di una quarantina di Stati americani, s’è detta seriamente preoccupata e ha scritto al Ceo di Google, Larry Page, per sottolineare che le nuove norme “sembrano invadere la vita privata dei consumatori“, consentendo lo scambio delle informazioni tra i differenti servizi fino a oggi separati, come Gmail o la rete sociale Google+.

A fine gennaio, in occasione dell’annuncio della nuova policy, Google ha spiegato che le nuove norme saranno “più semplici e comprensibili” rispetto a quelle attualmente in vigore e consentiranno “un uso più facile che permetterà di condividere maggiormente le informazioni” relative ai servizi offerti dall’azienda.

 

Nei giorni scorsi, l’Electronic Privacy Information Center (EPIC), importante organismo americano preposto alla protezione dei dati personali in rete, ha chiesto all’Antitrust USA di indagare sui cambiamenti previsti da Google (Leggi Articolo Key4biz).

In particolare si chiede di attenzionare la funzione detta “Search Plus Your World” di Google+, che propone tra i risultati delle ricerche anche ciò che viene pubblicato sul suo social network, come commenti e foto.

E in Europa, uno stop a Google è arrivato anche dalla Unione europea che ha chiesto una pausa per analizzare meglio la situazione (Leggi Articolo Key4biz).

In una lettera indirizzata a Page, il Gruppo di lavoro ‘Articolo 29’ (Data Protection Working Party) ha scritto che, “vista l’ampia gamma di servizi offerti, e la popolarità di questi servizi, i cambiamenti nella vostra policy di privacy avranno effetti su molti cittadini della maggior parte o tutti gli Stati membri della Ue”. Per queste ragioni, Articolo 29 ha chiesto di “verificare in modo coordinato le possibili conseguenze per la protezione dei dati personali di questi cittadini”.

La compagnia ha detto che collaborerà ma non ha intenzione di far slittare l’entrata in vigore delle nuove norme.

La notizia dell’invio della lettera da parte della National Association of Attorneys General arriva nello stesso giorno in cui le Autorità californiane hanno siglato un accordo con i sei principali sviluppatori di sistemi operativi per dispositivi mobili – Amazon, Apple, Google, Microsoft, RIM, Hewlett-Packard –  per fissare regole atte a garantire la riservatezza dei dati privati di milioni di consumatori.

L’intesa impegna anche le società a fornire maggiori dettagli sulla privacy prima che gli utenti scarichino applicazioni e le obbliga a svelare come usano questi dati. Attualmente 22 delle 30 applicazioni più scaricate non hanno note sulla privacy.

 

La preoccupazione maggiore riguarda le App for Kids, dopo che sono arrivate alle Autorità una serie di denunce da parte di genitori che lamentavano la violazione della privacy dei loro figli (Leggi Articolo Key4biz).

 

E nei giorni scorsi il Congresso USA ha chiesto specificatamente alla Federal Trade Commission di indagare su Google (Leggi Articolo Key4biz), in merito al caso degli utenti iPhone monitorati da Mountain View attraverso il browser Safari (Leggi articolo Key4biz).

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