Pirateria: l’ACTA finisce alla Corte di Giustizia Ue. La Commissione chiede di verificarne la ‘legalità’

di Raffaella Natale |

Dopo che diversi Stati membri hanno sospeso la ratifica dell’ACTA, Bruxelles ha deciso di rivolgersi alla Corte Ue per verificare che il controverso Trattato sia in linea con i diritti fondamentali dell’Unione.

Unione Europea


Corte di Giustizia dell'Unione Europea

La Commissione Ue ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia per verificare se il controverso ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) sia in linea con i diritti fondamentali della Ue, come la libertà d’espressione e informazione, il data protection e i diritti di proprietà intellettuale.

 

Ricordiamo che l’ACTA è stato firmato da 22 dei 27 Paesi Ue. Negoziato tra Ue, Stati Uniti, Giappone, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Corea del Sud, Marocco, Messico e Svizzera, il Trattato è dedicato alla protezione degli IPR su beni, servizi e prodotti immateriali, dalle medicine fino al downloading illegale dalla rete (Leggi Articolo Key4biz).

Dopo la firma a Tokyo, il Trattato è quindi passato ai governi Ue per la ratifica anche se già diversi Paesi hanno fatto sapere che non intendono firmare (Leggi Articolo Key4biz). Il Parlamento tedesco ha deciso qualche giorno fa di rinviare la decisione. Nei giorni scorsi avevano già deciso di rinviare l’approvazione Lituania, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia. Proprio oggi l’Austria ha dichiarato che aspetterà il voto dell’Europarlamento, atteso per giugno.

 

Secondo il Commissario Ue al Commercio, Karel De Gucht, la Commissione ha la responsabilità di fornire ai rappresentanti parlamentari e all’opinione pubblica informazioni accurate e dettagliate sull’ACTA (Leggi Articolo Key4biz).

“Il rinvio consentirà alla Corte di Giustizia di chiarire in modo indipendente la legalità di questo Accordo”.

Nelle ultime settimana, ha aggiunto il Commissario, s’è aperto un dibattito molto animato a livello europeo sull’ACTA, la libertà di internet e l’importanza di tutelare la proprietà intellettuale sul  mercato europeo (Leggi Articolo Key4biz).

Condivido, ha detto ancora il Commissario, la preoccupazione generale che l’ACTA ha suscitato per quanto riguarda le libertà fondamentali, specie quella di internet, e le ripercussioni che avrà su alcune questioni chiave.

Per queste ragioni, ha detto ancora De Gucht, ritengo che il rinvio alla Corte sia un passo necessario: “Il dibattito deve basarsi sui fatti e non sulle cattive informazioni o sui rumors che hanno dominato i social media e i blog nelle ultime settimane”.

Il Commissario ha tuttavia tenuto a sottolineare quanto già chiarito in un documento chiarificatore della Ue: l’ACTA non sorveglia, né controlla le comunicazioni private su internet; non provocherà la censura di siti web. Non riguarda il modo in cui i singoli cittadini utilizzano internet: non modificherà inoltre la legislazione vigente dell’Ue; non creerà nuovi diritti di proprietà intellettuale, ma verterà su procedure e misure volte a far rispettare i diritti esistenti e ad agire contro le violazioni su grande scala, spesso compiute da organizzazioni criminali.

 

 

Per maggiori informazioni:

ACTA (versione italiana)

Documento della Commissione Ue su ACTA in italiano

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