Ovum: le app ‘sociali’ minacciano i messaggini e gli operatori mobili perdono ricavi per 10,5 miliardi

di Alessandra Talarico |

È ancora presto, però, per parlare di ‘tramonto’: secondo gli analisti, quella proveniente dalle app di social messaging ‘è’ una minaccia crescente ma che può essere gestita con le giuste tariffe e una corretta determinazione dei costi’.

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L’arrivo di servizi di comunicazione mobile come Whatsapp, Blackberry Messenger e Facebook chat ha provocato quello che in molti vaticinavano da tempo: il declino degli inossidabili sms. Lo rivela uno studio Ovum ripreso da BBC News, secondo cui l’uso di queste applicazioni di ‘messaggistica sociale’ ha provocato perdite per gli operatori stimabili in 10,5 miliardi di euro lo scorso anno, pari al 9% del fatturato complessivo del segmento messaggistica nel 2011.

 

Pare insomma che, nelle abitudini degli utenti, i social media, le email, i sistemi di messaggistica istantanea – che anche dallo smartphone consentono di usare il web per comunicare, con notevoli risparmi sui costi, grazie alle tariffe flat offerte dagli operatori – abbiano ormai sostituito gli sms e questo dato di fatto è un vero campanello di allarme per le cellco, europee soprattutto, che devono ancora trovare il modo di monetizzare la popolarità dei servizi dati.

 

Gli analisti di Ovum suggeriscono, quindi, agli operatori mobili di collaborare con i principali attori del social messaging e con i produttori di cellulari per contrastare queste perdite, legate all’avvento dei servizi offerti dai giganti di internet.

“Gli operatori devono collaborare con gli sviluppatori di app, condividere con loro i dati degli utenti e consentire l’integrazione con le connessioni sociali degli utenti”, ha spiegato l’analista Ovum Neha Dharia, che ha anche sottolineato come sia altrettanto importante lavorare a stretto contatto con i produttori di dispositivi mobili, che controllano alcune tra le più popolari applicazioni di messaggistica sociale e possono anche fornire applicazioni precaricate.

 

Quella proveniente dalle app di social messaging, “E’ una minaccia crescente, che però può essere gestita con le giuste tariffe e una corretta determinazione dei costi”, ha spiegato quindi l’analista James Barford, secondo cui anche se i numeri sembrano impressionanti, il social messaging rappresenta solo una piccola porzione delle comunicazioni mobili nel loro complesso.

Anche se per molti utenti app come Whatsapp o servizi come Facebook hanno sostituito gli sms, la maggior parte degli utenti li usa per evitare i costi del roaming legati ai messaggi internazionali. Ma in ogni caso, questo problema era sorto già con le email.

“Gli utenti usano ancora i messaggi di testo per comunicare e continueranno anche a pagare per farlo”, ha sottolineato ancora Barford.

Lo studio Ovum, inoltre non include gli introiti extra legati all’aumento dell’uso delle reti mobili per il traffico dati, trainato anche dal social messaging.

 

Secondo uno studio ITU, nel 2010 sono stati spediti 6.100 miliardi di sms, ovvero una media di 200mila sms al secondo. Un flusso di messaggi inimmaginabile che ha portato nelle casse degli operatori fino a 10mila euro al secondo.

Il crollo nei livelli di utilizzo è stato evidente nell’ultimo trimestre dello scorso anno, quando è stato stimato che in alcuni paesi, come la Finlandia, il calo è stato del 22%. Un’anomalia perchè è proprio durante il periodo di Natale e Capodanno che tradizionalmente si registra il picco annuale di utilizzo del servizio.

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