Francia
Il mercato mobile francese non si è ancora ripreso dall’ingresso del quarto operatore – Free – che con le sue tariffe bassissime ha creato il panico tra le telco consolidate, che hanno subito alzato le barricate.
Free è una costola del service provider Iliad, fondato dal miliardario Xavier Niel che – partito come venditore di servizi di intrattenimento online per adulti – è diventato uno degli imprenditori più famosi e ricchi di Francia.
Dopo aver creato scompiglio nel settore con i suoi servizi internet a prezzi stracciati, Niel ha replicato con i servizi mobili, introducendo un forfait che, al costo di 19,90 euro al mese offre chiamate illimitate verso oltre 40 paesi del mondo, SMS illimitati e anche internet illimitato.
“Ho deciso di gettarmi in un progetto di questo tipo perché mi sento del tutto truffato dalle compagnie telefoniche che operano sul territorio francese”, ha affermato Niel al debutto dell’offerta Free.
Il lancio di Free, certo, era atteso, ma nessuno immaginava l’effetto dirompente che avrebbe avuto nel settore, con le telco consolidate – France Telecom, SFR e Bouygues Telecom – subito corse a denunciare irregolarità e a pronosticare la non sostenibilità sul lungo periodo del modello di business del nuovo concorrente.
Le irregolarità – su cui sta indagando anche il regolatore Arcep – consistono nel fatto che, in base ai termini del contratto di licenza, Free avrebbe dovuto garantire una copertura del 27% del territorio già al momento del lancio dei servizi. Il resto della copertura è assicurato da un accordo di roaming con France Telecom, concesso ‘per forza di cose’, ha spiegato l’incumbent, in seguito alle pressioni del regolatore (Leggi articolo Key4biz).
Ma France Telecom ha fatto sapere che, in realtà, la rete di Free riesce a malapena a coprire il 5% del territorio e che la rete dell’ex monopolista potrebbe soffrire il ‘peso’ del sostegno ai servizi del concorrente, che pure paga profumatamente per poterla utilizzare.
Free, che avrebbe già conquistato due milioni di clienti, assicura che riuscirà a realizzare una rete nazionale al costo di ‘appena’ 1 miliardo di euro, una frazione dei costi sostenuti dagli altri operatori.
Ma al di là di questi fattori ‘tecnici’, i concorrenti temono soprattutto per le loro casse, già messe a dura prova dalla crisi e dall’avvento degli OTT, che fanno soldi sfruttando le loro reti senza contribuire al loro finanziamento.
Il mercato mobile francese vale 25 miliardi di euro all’anno e l’arrivo di un competitor così aggressivo rappresenta una seria minaccia per le società telefoniche: SFR – sottolinea il Financial Times – ha generato il 40% dell’Ebita della casa madre Vivendi, pari a 4,9 miliardi di euro, nei primi nove mesi del 2011. Sul mercato francese, France Telecom genera la metà del suo fatturato.
Secondo i calcoli di HSBC, l’arrivo di Free potrebbe generare un calo del fatturato degli altri operatori pari al 5,5%, quest’anno e il prossimo e avere un impatto anche sui dividendi di queste società.
Gli analisti di HSBC ritengono che le compagnie telefoniche avranno ancora abbastanza denaro per sostenere le loro politiche del dividendo, anche se France Telecom è tra i player del settore che potrebbero essere costretti a rivedere la remunerazione degli azionisti entro al massimo il prossimo anno (Leggi articolo Key4biz).
Domani, l’ex monopolista francese presenterà i risultati finanziari: gli investitori, sicuramente, sono ansiosi di sapere in che modo il Ceo Stephane Richard risponderà alle loro preoccupazioni.