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Cresce l’interesse attorno al social network Pinterest, che nel giro di sei mesi ha visto decuplicare il traffico sulle proprie pagine, che corrisponde a circa un terzo di quello generato dal ben più noto Twitter.
Come gli altri social network, anche Pinterest offre agli utenti la possibilità di creare una bacheca personale dove condividere i propri interessi attraverso foto e video: ognuno può evidenziare il proprio interesse, cosa vuole fare, cosa vorrebbe vedere, cosa ha fatto o ha visto, così come curiosità e hobby (e più si è settoriali, più aumentano le possibilità di essere seguiti dagli altri utenti). Quindi l’utente crea un board dove classificare le foto e i video su quell’interesse o prodotto; i contenuti possono essere commentati e copiati da altri utenti (cliccando sul tasto “repins”).
E sono sempre più numerosi i siti che hanno deciso di ‘affiliarsi’ al sito e di lasciargli una parte dei guadagni derivanti dalle vendite scaturite dai ‘pin’ degli utenti – tra questi figurano già Amazon, eBay e Target – anche se ha destato qualche polemica la scarsa chiarezza sulle policy di ‘affiliate marketing‘.
Il modello di business di Pinterest si basa su un sistema chiamato Skimlinks: dopo che un utente ha pubblicato un pin tramite il comando “pin it”, modifica il link generato verso il sito di provenienza per aggiungere un proprio codice di monitoraggio e affiliazione. In questo modo, se un utente clicca sull’immagine da Pinterest e poi procede all’acquisto, Pinterest riceve una percentuale sulla transazione.
Ma basterà questo per parlare, finalmente, di un social network con chiare prospettive di guadagno?
Secondo il Wall Street Journal, No.
Anche se il sito riesce a coinvolgere gli utenti nelle sue attività molto più di quanto siano riusciti a fare altri social network agli esordi (secondo i dati RJMetrics pubblicati su VentureBeat) e ha già raccolto finanziamenti per circa 37 milioni di dollari, gli stessi investitori ammettono che la strategia di monetizzazione non è stata ancora messa nera su bianco. Ci sono delle idee, ma nessuna sembra ancora convincente nella pratica.
Un ‘cliché’, lo definisce il WSJ, che accomuna la rivelazione del 2012 ai suoi illustri predecessori, che prima hanno fatto il pieno di utenti e poi hanno pensato ai ‘dettagli’ finanziari.
E lo stesso sembra abbia intenzione di fare il fondatore di Pinterest, il 29enne Ben Silbermann.
Secondo fonti citate sempre dal WSJ, il valore del sito si aggira attualmente intorno a 200 milioni di dollari, mentre stando ai dati di ComScore, il mese scorso ha attratto 11 milioni di utenti unici – il 68% sono donne – più del doppio del mese dì novembre. I visitatori, inoltre, nel mese di gennaio hanno trascorso sulle pagine di Pinterest circa 100 minuti, rispetto ai 19 minuti trascorsi dagli utenti su LinkedIn: si tratta – ha affermato l’analista Andrew Lipsman – del sito che ha raggiunto più velocemente di tutti la soglia dei 10 milioni di visitatori.