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Continua a crescere la popolarità degli smartphone, le cui vendite, nella sola Europa occidentale, sono aumentate del 67% nel 2011. Un successo che sembra non conoscere crisi e che, da qui al 2016, coinvolgerà 1 miliardo di persone, soprattutto professionisti che utilizzeranno il dispositivo per lavoro.
Si susseguono in queste settimane, le analisi sull’anno passato, quello in corso e il futuro: è di ieri la pubblicazione di uno studio di GFK, secondo cui gli smartphone lo scorso anno sono arrivati a rappresentare il 36% delle vendite totali del mercato cellulari, dal 22% del 2010. Le vendite sono aumentate di oltre il 10% in tutti i paesi, toccando picchi anche del 105% in Turchia, Ucraina e Russia.
E per il futuro la smartphone-mania non conoscerà crisi visto che, secondo le previsioni di Forrester Research, nel 2016, più di 350 milioni di lavoratori useranno lo smartphone e la spesa consumer per le app ammonterà a 56 miliardi di dollari. Per quella data, pronostica invece Cisco nel suo Visual Networking Index Global Mobile Data Traffic Forecast, circoleranno nel mondo 8 miliardi di dispositivi mobili, oltre a 2 miliardi di connessioni ‘machine-to-machine’, inclusi sistemi GPS e applicazioni medicali. Tutti questi dispositivi mobili faranno aumentare il traffico di 18 volte gli attuali livelli, fino a raggiungere 10,8 esabyte al mese o 130 esabyte all’anno entro il 2016. Per mettere in prospettiva, 130 esabyte corrispondono a 33 miliardi di DVD, a 4,3 quadrilioni di file MP3 e a 813 quadrilioni messaggi di testo.
Prospettive che spingeranno le aziende a raddoppiare le spese in progetti volti ad affermare il loro marchio anche su questo importante canale di comunicazione coi clienti.
L’analista Forrester Ted Schadler ha sottolineato che alla luce dell’impressionante crescita dell’utilizzo di internet mobile, le aziende hanno bisogno di andare oltre il semplice adattamento del loro sito internet per concentrarsi sui vantaggi che potrebbero ottenere dai dati che riescono a collezionare – le informazioni sulla posizione e le abitudini di spesa – per creare un’esperienza più ricca.
Si, suona inquietante, ma business is business, e gli smartphone – come Facebook e tanti altri siti che campano sulle nostre informazioni personali – servono anche a questo.
Se, ad esempio, un utente ha acquistato dei guanti da neve presso un grande magazzino, quel grande magazzino dovrebbe ideare un’app mobile in grado di sapere quando quell’utente è di nuovo nel reparto articoli sportivi e offrirgli uno sconto sui piumini.
“Internet mobile rappresenta il nuovo volto del coinvolgimento. Le aziende dovrebbero smetterla di pensarci come a un piccolo sito web su un Pc in miniatura e considerarlo un nuovo strumento di contatto con i consumatori, profondamente integrato e dalle implicazioni enormi”, ha spiegato Schadler.
Offrire agli utenti una ‘buona esperienza mobile’, quindi, non ha niente a che fare con la realizzazione di un sito figo adatto al piccolo schermo del cellulare. Le aziende devono mettere a punto strategie su come investire correttamente nel back end o sui server e i dipendenti necessari a gestire i servizi.
Un compito, certo, non da poco che deve tenere in conto anche la necessità di mettere a punto le adeguate misure di sicurezza – per proteggere sia la stessa azienda che le informazioni degli utenti – e di tutela della privacy, beneficiando solo delle informazioni che gli utenti sono disposti a condividere.
“Sviluppare una forte strategia mobile è tutt’altro che facile, ma potrebbe ripagare adeguatamente“, conclude lo studio che indica la casa farmaceutica Walgreen come un buon esempio di azienda che ha saputo beneficiare dall’app mobile. Lanciata da circa un anno, l’app permette agli utenti di fare acquisti, controllare quali farmacie sono aperte nelle vicinanze e quali dispongono del farmaco di cui si ha bisogno.
Walgreen ha affermato che il 25% delle transazioni online è stato generato dalla mobile app.