Hi-tech: la Silicon Valley continua a crescere sopra la media Usa, ma non è tutto oro quel che luccica

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Secondo un report di Joint Venture, occupazione e reddito pro-capite continuano a crescere nella regione, ma si allarga anche il divario tra le famiglie benestanti e quelle con reddito medio e molte aziende non creano più lavoro.

Stati Uniti


Silicon Valley

La ‘salute’ della Silicon Valley in termini di occupazione e redditi pro-capite contrasta nettamente con quella del resto degli Stati Uniti, incalzati da una pesante crisi economica. Lo rivela un rapporto annuale stilato dalle associazioni non profit Silicon Valley Network e Silicon Valley Community Foundation, riunite in Joint Venture.

 

Solo nel 2011, spiega il report, nella Silicon Valley si sono creati 42 mila nuovi posti di lavoro, in crescita del 3,8% rispetto al 2010, portando il totale a 1,2 milioni di occupati e i livelli occupazionali ai fasti del 2006-2007.

La crescita, alimentata principalmente dal settore tecnologico, stride con l’aumento dell’1,1% registrato nel resto della nazione.

Allo stesso tempo, il tasso di disoccupazione è sceso alla fine del 2011 all’8,3% (giù dell’1,4% rispetto a un anno prima) e in contrasto con l’11% della California.

In crescita del 4% rispetto al 2010 anche il reddito pro-capite, arrivato a quota 66 mila dollari.

 

Sembra che la Silicon Valley stia registrando un recupero abbastanza impressionante”, ha affermato Russell Hancock, chief executive di Joint Venture.

Anche se il grosso della crescita è guidato dalle società di social media e da altri settori della web economy, anche tutti gli altri comparti, tranne quello manifatturiero, hanno registrato una “modesta crescita” rispetto al 2010.

 

Il rapporto arriva sulla scia di un anno caratterizzato da una serie di importanti IPO nella Silicon Valley, che hanno generato una nuova ondata di ricchezza nella regione. Lo scorso anno sono sbarcate in Borsa, tra gli altri, LinkedIn, Pandora e Zynga e quest’anno ferve l’attesa per la quotazione di Facebook, che creerà una nuova vagonata di giovani milionari, trattandosi – secondo le attese – della più grande IPO internet di tutti i tempi.

 

Eppure, sottolinea Hancock, non è tutto oro quello che luccica: l’aumento dei posti di lavoro e dei redditi maschera anche una serie di debolezze con cui fare i conti.

Innanzitutto perchè del boom sembra stiano approfittando solo piccoli gruppi elitari, composti da persone con elevati livelli di istruzione e altamente qualificati. Molte compagnie hi-tech, invece, non contribuiscono più, come hanno fatto in passato, alla creazione di posti di lavoro di fascia media, per lo più dirottati verso paesi terzi come la Cina che offrono più flessibilità e costi del lavoro più bassi. Emblematico il caso della Apple (Leggi articolo Key4biz).

“L’hi-tech è sempre stato la marea che solleva tutte le barche, ma ora non è più così”, ha spiegato Hancock, notando che mentre il reddito pro-capite nella Silicon Valley l’anno scorso è cresciuto, i redditi medi sono scesi del 3%. Le famiglie ad alto reddito sono il 43% di quelle della regione e stanno crescendo, ma le famiglie con redditi medi stanno iniziando a soffrire.

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