Italia
Nel dibattito sulle frequenze televisive, in attesa dell’incontro tra le parti interessate e il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera – che doveva avvenire oggi ma è stato rinviato ‘causa neve’ – si abbatte una nuova tegola: secondo la denuncia di Antonio Sassano, ex consulente Agcom, ripresa oggi dal Corriere della Sera, si apprende infatti che le frequenze in attesa di assegnazione, pur essendo state dichiarate dal ministero dello Sviluppo economico ‘indisponibili’, sono ‘occupate’ da emittenti locali e dalla Rai, tranne una, il canale 58, che in via sperimentale era stato assegnato a Mediaset.
Alla denuncia di Sassano ha fatto seguito un’interrogazione al ministro Corrado Passera da parte di Paolo Gentiloni.
“Tra i casi più eclatanti – spiega l’esponente PD – la Lombardia, dove i canali 25, 54 e 55 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti Telemilano e Più Blu e Più Blu2 nel principale sito servente della Lombardia (Valcava – 10 milioni di utenti potenziali); il canale 28 è utilizzato dall’emittente Solregina Po nel principale sito che serve Milano e la Lombardia occidentale (Monte Calenzone – 7 milioni di utenti potenziali); i canali 23, 55 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti CanaleZero, IdeaTV e IESTv nel principale sito che serve la provincia di Roma (Monte Cavo – 4 milioni di utenti potenziali) mentre i canali 54 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti TeleCapri HD e TV Capital nel sito che serve la città di Napoli (Monte Faito – 6 milioni di utenti potenziali). Infine il canale 24 è utilizzato dalla concessionaria del Servizio Pubblico (Rai) in tutto il Friuli e nel principale sito che serve la città di Bologna”.
“La sola eccezione è costituita dal canale 58, che il ministero aveva assegnato sperimentalmente a Mediaset, che dallo scorso autunno – sospeso l’utilizzo Mediaset – non è stato utilizzato da nessuno”, segnala Gentiloni, che ha chiesto al ministro Passera “se e in quali date il ministero abbia autorizzato l’uso” di tali frequenze, “quando saranno liberate e se i costi di liberazione saranno a carico dell’amministrazione pubblica”.
Domande di un certo rilievo se – come sottolinea Edoardo Segantini sul Corriere della Sera, si pensa ai 175 milioni di risarcimento su 400 milioni chiesti – ottenuti dalle emittenti locali per liberare le frequenze aggiudicate agli operatori mobili nel corso della recente asta, che portato nelle casse dello Stato quasi 4 miliardi di euro.
Risarcimenti che andrebbero a cadere ‘a pioggia’ sulle emittenti locali senza, quindi, alcuna differenziazione tra una qualsiasi antenna Tv e vere e proprie imprese televisive. Un elemento, questo, che ha causato non poco malcontento e spinto Sandro Parenzo, editore del gruppo televisivo Mediapason che comprende anche Telelombardia, a comprare comprato un’intera pagina del Corriere della Sera per spiegare le sue ragioni.
“La tv del parroco – ha spiegato Parenzo – che trasmette per 70 persone una messa e lo stesso film tutti i giorni, riceverà lo stesso indennizzo di Telelombardia che produce informazione in diretta per tutta la giornata in tutto il nord Italia. Non contano né i telespettatori né il costo del personale e neppure la storia aziendale”.