Italia
Lunedì 6 febbraio la possibilità di cedere i canali 50-60 UHF agli operatori tlc insieme ai prossimi switch-off sarà al centro di un incontro col Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.
Dopo la sospensione del beauty contest, a preoccupare i broadcaster nazionali e le emittenti televisive locali è la destinazione della banda 700.
Il timore è che il governo punti ad anticipare al 2012, in occasione della Conferenza di Ginevra in corso (dal 23 gennaio al 17 febbraio), l’attribuzione di questa banda ai servizi broadband invece che a quelli per la radiodiffusione televisiva digitale terrestre come previsto attualmente.
Per Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, una simile ipotesi comporterebbe una ulteriore gravissima riduzione degli spazi frequenziali per le tv locali, già enormemente penalizzate, rispetto all’analogico, a seguito della attribuzione dei canali 61-69 UHF alla banda larga mobile e alla attribuzione di sei canali al beauty contest, ora sospeso.
“E’ evidente – ha proseguito Rossignoli – che in mancanza delle frequenze della banda 700 MHZ non sarebbe certamente più possibile realizzare lo switch-off nelle aree ancora da digitalizzare dove, già allo stato (in particolare in Sicilia e Puglia) le frequenze sono particolarmente scarse”.
Ma, secondo quanto chiariscono al MiSE, il governo italiano è allineato al Cept (European Conference of Postal and Telecommunications Administrations) e a Ginevra “si sta solo ragionando se mettere la discussione sulla destinazione di ulteriori frequenze alle tlc all’ordine del giorno del 2015. Si tratta dunque di un’ipotesi futuribile“.
Secondo alcuni osservatori, la decisione di Passera di sospendere il beauty contest invece che abolirlo, evidenzia che il governo Monti intende procedere con circospezione su un terreno minato. Fiducia a rischio?
E’ noto che si tratta di un argomento spinoso che ha già fatto alzare le barricate di Mediaset che ha parlato di “sospensione di una situazione di legalità che deve invece essere al più presto ristabilita“, riservandosi di “valutare le azioni necessarie alla tutela degli interessi di una società quotata” (Leggi Articolo Key4biz).
Altra questione scottante: nel beauty contest è presente un articolo che assegna le frequenze gratuitamente per 20 anni, rinnovabili, ma che dopo 5 anni possono essere cedute, a titolo gratuito o oneroso, a terzi. Anche per questo il MiSE ha deciso di aspettare gli esiti della Conferenza di Ginevra.
E’ infatti possibile che la Ue decida di rendere illegittimo tale passaggio. Per meglio dire stabilisca il divieto di trasferimento dei diritti d’uso se il diritto è stato ottenuto inizialmente a titolo gratuito, come del resto già stabilito da un emendamento al Codice delle comunicazioni elettroniche (Leggi Articolo Key4biz).
Ciò significa che le frequenze ottenute gratuitamente non potranno essere commercializzate e, se inutilizzate, dovranno essere restituite all’unico proprietario: lo Stato.
Aeranti-Corallo ha chiesto la rimozione di tale norma perché, una volta approvata in via definitiva, “tutti i soggetti locali e nazionali che hanno ottenuto o otterranno il rilascio di diritti d’uso delle frequenze per la tv digitale terrestre in sede di transizione dall’analogico (essendo tale rilascio a titolo gratuito) non potranno trasferire o affittare tale diritto d’uso”.
Anche la Francia è alle prese con problemi simili. Nella Finanziaria è stato infatti introdotto un emendamento che prevede di tassare la cessione delle frequenze Tv del digitale terrestre (Leggi Articolo Key4biz).
L’obiettivo? Dissuadere gli operatori dell’audiovisivo dal praticare il ‘commercio della frequenze’, ottenute gratuitamente e a volte rivendute a prezzo d’oro.