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Nonostante la rapida crescita del traffico internet, le telco europee hanno visto i loro ricavi scendere per il terzo anno consecutivo. Un trend “che chiaramente mette in discussione la capacità di investimento a lungo termine e la capacità di raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda europea”. È quanto ha affermato Luigi Gambardella, presidente del Board di ETNO – una delle maggiori associazioni mondiali del settore tlc – nel corso dell’intervento all’11° Arab Telecoms and Internet Forum (Leggi articolo Key4biz).
Nel suo intervento, Gambardella ha sottolineato che le sfide e le opportunità per le telco sono le medesime in tutto il mondo ed è quindi essenziale creare condizioni uniformi che garantiscano a tutti gli operatori la possibilità di generare nuovi flussi di reddito al fine di sostenere i costi legati alle nuove infrastrutture.
“In gioco – ha affermato Gambardella – c’è la capacità per i cittadini e le imprese di continuare a godere i benefici di Internet”.
Secondo i dati di un rapporto stilato da ETNO e IDATE, nel 2010 il fatturato complessivo degli operatori europei di telefonia si è attestato a 274,9 miliardi di euro, in discesa dell’1,4% rispetto all’anno precedente e nonostante la crescita del Pil europeo di quell’anno si fosse attestata al 3,5%.
Nonostante il calo dei ricavi, gli investimenti nel 2010 sono cresciuti del 2,3% (fino al 4% per i membri ETNO) a 44,5 miliardi di euro e nel 2011 è previsto un incremento del 5%, a conferma degli sforzi del settore volti all’ammodernamento delle infrastrutture per sostenere la continua crescita nella domanda di nuovi servizi, in particolare mobili (leggi articolo Key4biz).
Secondo gli obiettivi fissati nella Digital Agenda, entro il 2013 tutte le abitazioni europee dovrebbero essere dotate di connessioni a banda larga basic. Entro il 2020, la velocità di accesso dovrebbe essere di 30 Mbps per tutti i cittadini e di 100 Mbps per la metà di loro.
Per realizzare la copertura totale del territorio a 30 Mbps sono necessari investimenti complessivi per 58 miliardi di euro, mentre per raggiungere una copertura del 50% con connessioni a 100 Mbps sono necessari 268 miliardi.
“Per essere in grado di raggiungere questi obiettivi, agli operatori dovrebbe essere consentito di monetizzare questo aumento del traffico, di sviluppare nuovi modelli di business e di cercare nuovi flussi di entrate. Allo stesso tempo, la regolamentazione del settore non dovrebbe ostacolare le tradizionali risorse dell’industria in modo da evitare effetti negativi sulla capacità di investire”, ha affermato Gambardella nel suo intervento, passando poi ad analizzare le conseguenze e le opportunità di questo mutamento di scenario e i possibili approcci atti a incoraggiare la creazione di nuovi business model.
Gli operatori, ha spiegato, “hanno diverse opportunità per trasformare l’aumento del traffico in opportunità di crescita, innanzitutto attraverso l’offerta di nuovi servizi di connettività con elevate prestazioni e alti requisiti di qualità del servizio (QoS), in grado di supportare applicazioni end to end e servizi come video 3D video conferenze, servizi cloud”.
Gli operatori dovrebbero quindi essere in grado di offrire “modelli tariffari al dettaglio differenziati in base, ad esempio, al consumo di dati e tenendo conto delle esigenze degli utenti” e di adottare modelli di business ‘cooperativi’, basati su accordi commerciali con i fornitori di contenuti e applicazioni “offrendo loro una QoS avanzata per i loro servizi premium”.
Perché queste opportunità possano trasformarsi in realtà, Gambardella ha ribadito innanzitutto la necessità di evitare l’adozione di nuove leggi sulla neutralità di internet che limiterebbero ulteriormente la capacità degli operatori di gestire il traffico o di sviluppare nuovi modelli di business innovativi.
“L’approccio della Commissione europea finora è solido“, ha detto, sottolineando che le nuove disposizioni introdotte dalla recente revisione del quadro normativo comunitario non impediscono agli operatori di gestire il traffico o di fornire offerte differenziate, ma aumentano gli obblighi di trasparenza e la garanzia di scelta dei consumatori.
“Pensiamo – ha aggiunto – che questo rappresenti un buon equilibrio tra la necessità di garantire trasparenza per i consumatori e la necessità di lasciare spazio sufficiente per l’innovazione tecnologica e dei servizi”.
In secondo luogo, l’apertura di Internet richiede analoghe norme di tutela della concorrenza, dei consumatori e dei dati e trasparenza per tutti gli attori della catena.
In questo contesto, ha sottolineato, gli operatori ‘over-the-top’ sono sempre più in competizione con le telco “pur non essendo soggetti alle stesse sfide e oneri normativi”.
“In tutto il mondo – ha sottolineato – il settore delle telecomunicazioni è a un bivio. Grazie ai loro continui investimenti nelle nuove reti, nella qualità del servizio e nella solidità della rete, gli operatori di telecomunicazioni hanno contribuito al successo di Internet e hanno permesso alle innovative applicazioni degli over-the-top di fiorire”.
Perché tutto questo possa continuare e imprese e consumatori possano continuare a trarne i medesimi vantaggi, è essenziale creare “condizioni uniformi per tutti” e un primo importante passo in questa direzione, secondo Gambardella, è stato fatto dalla Commissione europea, la cui proposta di riforma della legge sulla protezione dei dati (Leggi articolo Key4biz) dovrebbe assicurare che tutte le imprese che elaborano i dati dei cittadini Ue rispettino le stesse regole, indipendentemente dal fatto che si trovino in Europa o altrove.
In terzo luogo, “è necessario rivedere la tradizionale regolamentazione ex-ante in capo agli operatori tlc, che dovrebbe essere ridotta per meglio rispondere alla continua evoluzione dei mercati e alla maggiore concorrenza da parte degli OTT”, ha aggiunto, spiegando che le reti di accesso di prossima generazione, in particolare, “hanno bisogno di un approccio più mirato e di regolamentazione proporzionata”.