Venture capital: il 2011 anno nero per l’Europa. Restano alti gli investimenti nelle start-up di internet

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Nonostante il forte ribasso degli investimenti, i fondi attirati dai siti di eCommerce, social media ed entertainment sono cresciuti del 79%.

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Il 2011 è stato uno degli anni peggiori per il venture capital europeo dal 2000 a oggi. Questa è la conclusione di Dow Jones VentureSource, secondo il quale nel corso dello scorso anno sono stati investiti solo 4,4 miliardi di euro per 1012 start-up europee. I dati evidenziano un calo del 14% rispetto al 2010.

 

Il quarto trimestre è stato particolarmente povero di investimenti: il numero dei deals s’è ridotto del 43% sull’anno (194 operazioni) rispetto all’anno precedente.

La crisi dell’Eurozona spiega in particolare la riluttanza degli investitori, reticenti a investire in early stage in una congiuntura che resta difficile.

Tanto più che si vedono poche possibilità di uscire da questo stato di cose: 14 aziende europee hanno fatto il loro ingresso in Borsa (18 nel 2010) e 148 sono state vendute (-12% sull’anno).

 

I quattro maggiori Paesi europei per gli investimenti di rischio – Regno Unito, Francia, Germania e Svezia – testimoniano la forte riduzione dell’attività nel 2011.

Il Regno Unito resta la meta preferita dove le imprese hanno sollevato 1,2 miliardi di euro grazie a 274 accordi, evidenziando un calo del 36% degli investimenti e del 17% delle offerte. Al secondo posto si piazza la Francia, con 728 milioni di euro per 217 deals (-17% degli investimenti); segue la Germania con 475 milioni di euro per 120 deals (-23% degli investimenti); infine la Svezia con 299 milioni di euro per 67 deals (+7% degli investimenti nonostante il calo del 36% dei deals).

Sebbene questo bilancio poco entusiasmante, l’eBusiness s’è mosso molto bene. I player di internet sono tra quelli che fanno meno fatica ad attirare fondi, in particolare quelli che operano nell’eCommerce, nei social media e nell’entertainment online.

Per 192 operazioni sono stati iniettati 691 milioni di euro in questi tre settori, segnando un aumento del 79%.

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