Stati Uniti
Facebook ha ‘ridimensionato’ le aspettative sulla sua offerta pubblica iniziale: il sito – secondo il prospetto preliminare dell’IPO che sarà presentato oggi alla SEC – conta di raccogliere 5 miliardi di dollari, la metà di quanto anticipato da diversi organi di stampa, ma una cifra che potrebbe comunque essere aumentata per soddisfare la domanda.
Lo rivela il sito International Financing Review, secondo cui la dimensione minore del deal riflette la decisione “di iniziare con una base conservatrice prima di decidere se alzare l’offerta”.
I titoli dovrebbero essere offerti fra i 34 e i 40 dollari l’uno, per un valore complessivo tra 75 e 100 miliardi di dollari. Il prezzo finale delle azioni sarà comunque stabilito alla fine dei tre mesi di valutazione della SEC e quindi non è ancora chiaro quale sarà l’effettiva valutazione.
Recenti scambi effettuati sui mercati finanziari secondari hanno indicato una valutazione superiore a 80 miliardi di dollari.
L’IPO, la più grande di sempre per un’azienda della Silicon Valley, sarà gestita per la parte più significativa da Morgan Stanley, affiancata da altri 4 bookrunner: Goldman Sachs, Merrill Lynch, Barclays Capital e JP Morgan in qualità di co-leads.
L’operazione traghetterà il social network nell’Olimpo dei grandi: anche se, infatti, la società di Mark Zuckerberg si accontentasse di ‘soli’ 5 miliardi, brucerebbe ogni record, anche quello di Google, che nel 2004 raccolse 1,92 miliardi di dollari.
La valutazione della società, spiega il New York Times, sarà determinata dalla capacità della società di sfruttare le sue risorse – cioè i dati degli 800 milioni di iscritti, collezionati alacremente nei suoi 7 anni di vita – per attrarre gli inserzionisti, nonché dall’abilità dell’azienda di gestire le problematiche legate alla privacy, sollevate dagli stessi utenti e dalle autorità di tutto il mondo.
La grande attesa per quella che si preannuncia come la 15esima di tutti tempi e la sesta negli Usa è una chiara prova che gli investitori credono nella possibilità di profitto dei social network, che ha costretto anche Google all’inseguimento.
“Facebook – sottolinea ancora il NYT – è considerato così prezioso perchè è più della somma delle sue parti: oltre a essere il social network più popolato, è anche una formidabile macchina ‘sforna-dati’ che acquisisce ed elabora ogni click e azione che avviene sulla piattaforma”.
In sostanza, ogni volta che un utente condivide un link, ascolta una canzone o modifica lo status o clicca su ‘mi piace’, questi dati finiscono nell’immensa library del sito. Una manna per i pubblicitari, che sperano di sfruttare quelle informazioni per confezionare spot mirati e indirizzarli al giusto pubblico.
Lawrence H. Summers, ex segretario al Tesoro e mentore del Coo di Facebook Sheryl Sandberg, ha paragonato il social network a società come Ford e IBM, in grado, cioè, di aprire nuove possibilità e offrire connessioni completamente nuove, non di migliorare quelle già esistenti.
Secondo la società di ricerca comScore, Facebook è diventata la maggiore piattaforma Usa per il display advertising, con una quota di mercato del 28%.
Secondo eMarketer, nel 2011 Facebook ha generato ricavi per 4,27 miliardi di dollari, dei quali 3,8 miliardi di dollari legati alla pubblicità.