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Tlc: 2011 in crescita per le telco, ma la crisi economica peserà sui ricavi dei prossimi anni

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L’industria mondiale delle telecomunicazioni ha chiuso il 2011 con una crescita dei ricavi del 7% rispetto al 2010, a quasi 2 mila miliardi di dollari. Lo ha rilevato la società di analisi Ovum, che ha sottolineato che il capex è risultato in crescita del 12% a 314 miliardi di dollari.

 

Una performance positiva, dunque, ma su cui influerà nei prossimi anni la debolezza del quadro macroeconomico.

Tra il 2010 e il 2017, Ovum prevede un tasso composto di crescita annuale del 2,9%, in marcata diminuzione rispetto al CAGR del 6,3% registrato tra il 2004 e il 2010.

Lo stesso andamento varrà per le spese in conto capitale, che cresceranno del 3,1% tra il 2010 e il 2017, contro una crescita del 6,5% nel periodo 2004-2010.

 

Dopo il ‘rimbalzo’ del 2011, quindi, la crescita dei ricavi dei fornitori di servizi di telecomunicazione sarà fortemente condizionata dalla debolezza del quadro macroeconomico, che andrà a influire pesantemente sull’attuale struttura dei costi, sia in termini di capex che di costi di esercizio (opex).

 

Sul fronte dei costi operativi, sottolinea l’analista Matt Walker, “gli operatori hanno diversi strumenti per controllare i costi senza necessariamente sacrificare la competitività: la condivisione delle reti, l’implementazione di elementi di rete basati su software, la previsione di termini contrattuali che leghino i pagamenti alla crescita, l’utilizzo di appalti congiunti e attività di fusione e acquisizione (M&A)”.

 

Secondo il rapporto, sul fronte dell’opex, il massiccio ricorso all’outsourcing ha permesso agli operatori di espandere il mercato dei servizi, che ha raggiunto un valore di 71 miliardi di dollari.

Questo approccio continuerà a essere perseguito dalle telco e porterà nuove opportunità in particolare nell’area dei servizi, così come continuerà ad aumentare la quota di capital expenditure generata dagli operatori mobili, che passerà dal 56% del 2011 al 67% del 2017.

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