Stati Uniti
“Twitter non vuole censurare nessuno”. Parola di Dick Costolo, Ceo del sito di microblogging che nei giorni scorsi ha introdotto il ‘filtraggio’ dei tweets per paese, con la possibilità di bloccare i contenuti degli utenti in uno specifico paese, pur mantenendoli attivi nel resto del mondo.
“Twitter censurerà i tweets solo quando è previsto per legge“, ha affermato Costolo nel corso della D: Dive into Media Conference, organizzata dal sito AllThingsD.
L’annuncio del blocco dei tweets per Paese, ha detto ancora, “non implica un cambiamento di atteggiamento, posizione o politica rispetto ai contenuti sul sito”. Vuol dire solo, ha aggiunto, che ora bloccheremo i tweets solo nel paese che emetterà l’ordine di farlo, non in tutto il mondo.
“Quando riceveremo una di queste richieste, vogliamo che il contenuto resti visibile al maggior numero possibile di persone, nel rispetto della legge locale”, ha spiegato, sottolineando che la decisione non riguarda nello specifico la Cina o l’Iran, paesi dove il sito è già bloccato interamente, né è stata dettata dalla volontà di imbonirsi la Cina.
“Non penso – ha detto – che potremo operare in Cina visto lo stato attuale delle cose nel Paese”.
Il punto, ha affermato, è che Twitter non può ignorare le leggi dei paesi in cui opera e vuole gestire la situazione nel modo più “onesto, trasparente e lungimirante possibile”.
Ma la ‘censura’, non è stato l’unico tema al centro dell’intervento di Costolo alla conferenza, che si è incentrato anche sull’eventuale IPO, sul ruolo del sito nelle prossime presidenziali Usa e sui rapporti col presidente e fondatore di Twitter Jack Dorsey.
“Pensiamo che il 2012 sarà l’anno dell’elezione di Twitter”, ha detto spiegando che dopo la battuta fatta da Obama nel corso del discorso sullo stato dell’Unione sulla legge che equipara le perdite di latte nelle aziende agricole alle fuoriuscite di petrolio – “In questo caso si può dire che vale la pena piangere sul latte versato” – le reazioni hanno fatto in pochi minuti il giro del Paese al ritmo di 14 mila tweets al minuto.
Costolo ha quindi affermato che i candidati che non sono su Twitter sono più vulnerabili, perchè perdono la possibilità di rispondere in real time ai commenti sui loro interventi. “Domani mattina potrebbe essere troppo tardi per rispondere a un messaggio di ieri notte” ha aggiunto.
Riguardo la possibilità che Twitter sbarchi presto in Borsa, Costolo ha detto che la sua priorità, al momento, è “costruire il business”. E il business, stando alle previsioni della società di analisi eMarketer, promette bene: i ricavi pubblicitari triplicheranno nei prossimi anni per arrivare a 540 milioni alla fine del 2014.
Il sito ha chiuso lo scorso anno con ricavi pubblicitari per 139,5 milioni ma l’incremento nell’uso del servizio negli Usa – dove viene generato il 90% dei ricavi – combinato con la crescita degli utenti e degli advertiser all’estero sarà alla base di una nuova impennata.
Anche Twitter, come Facebook, sta per superare la soglia dei 500 azionisti, oltre la quale la legge americana impone di rendere pubbliche le informazioni finanziarie, ma Costolo ha preferito rispondere con un ‘no comment’ alla domanda se questo evento spingerà la corsa all’IPO.
Riguardo, infine, la decisione di non aderire al blackout di protesta contro le leggi SOPA e PIPA (Leggi articolo key4biz), Costolo ha sottolineato che il sito ha avuto un ruolo importante nel dare voce a tutti durante il dibattito: il giorno della protesta, i tweet sulla proposta di legge sono stati quasi 4 milioni.
“Quando hai un amplificatore come Twitter, non togli le batterie al microfono”, ha concluso.