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La connected Tv non è ancora decollata ma ha già sconvolto tutto l’ecosistema della televisione. Dopo i broadcaster, gli internet service provider e i produttori di schermi piatti, sono le industri di semiconduttori che tentano adesso di adattarsi al nuovo fenomeno.
Al CES di Las Vegas diversi colossi del settore hanno annunciato il loro arrivo sul mercato dei processori per televisori, come sottolinea Les Echos.
Qualcomm, leader dei chip per smartphone, ha presentato il proprio ‘sistema on chip’ Snapdragon per i televisori K91 della cinese Lenovo.
Altra new entrant, l’americana Marvell, che ha detto d’essere stata scelta da Google per integrare i televisori e i set-top box dei partner della Google Tv – questi prodotti daranno accesso a internet e alle applicazioni Android per la televisione.
Infine il gruppo italo-francese STMicroelectronics, finora molto concentrato sui chip per set-top box, ha proposto una nuova gamma di chip stavolta per televisori, dal nome ‘Newman‘.
Cosa hanno in comune questi player? Tutti vogliono fornire piattaforme potenti, combinando grafica e connettività, a basso consumo energetico.
La piattaforma Newman di STMicroelectronics consente di decriptare simultaneamente quattro flussi in alta definizione, permettendo di avere quattro finestre sul proprio schermo o su altri device (tablet, smartphone…).
Caratteristiche tutte essenziali per la televisione del futuro: non solo se sarà connessa, ma anche per dare accesso a molteplici applicazioni talvolta molto voraci di banda (giochi, video on-demand, catch-up TV, social network, pubblicità interattiva…) e supportare sistemi operativi più avanzati (Android, iOS e i loro ecosistemi).
Senza contare nuovi servizi come quelli che offrono il riconoscimento vocale o gestuale, che verranno presto sviluppati da Samsung o LG.
Un mercato gigantesco, per DisplaySearch, secondo la quale entro il 2015 il 47% dei televisori sarà connesso, vale a dire 138 milioni di unità.
Per imporre le loro soluzioni di fascia alta, Qualcomm o ST Microelectronics non avranno gioco facile. Dovranno infatti fare i conti con due gruppi taiwanesi, sconosciuti ai più, ma molto dominanti: Mediatek e MStar, che da soli rappresentano quasi il 50% de mercato dei chip per televisori, stando a uno Studio pubblicato a novembre da iSuppli.
Un’egemonia crescente: nel 2006 queste due aziende non rappresentavano che il 33% del mercato. Nel frattempo hanno affossato quasi tutti i concorrenti occidentali.
A settembre, l’americana Broadcom, quarto produttore nel 2006, annunciava il proprio ritiro dal mercato dei chip per set-top box, seguita a dicembre dalla connazionale Zoran.
Senza contare all’inizio di gennaio il fallimento dell’americana Trident, terzo attore mondiale del mercato.
Una guerra senza precedenti, che segue l’evoluzione del mercato dello schermo piatto, i cui prezzi non hanno cessato d’essere trainati al ribasso dal suo lancio nel 2005.
Anche il colosso dei microprocessori Intel ha deciso di gettare la spugna a ottobre, ritirandosi dal comparto dei chip per schermi piatti anche se è rimasto nei chip per set-top box.
“C’è un’enorme domanda di semiconduttori low-cost, offerti soprattutto dai fornitori taiwanesi”, sottolineava IHS iSuppli, in una nota dello scorso autunno.
L’avvento delle smart Tv potrà cambiare le carte sul tavolo a vantaggio di produttori di fascia alta?
Se Qualcomm si interessa a questo mercato, significa che ci sono porzioni di mercato da occupare. Ma chi se ne avvantaggerà?
“Dietro il mercato dei chip per televisori si gioca il controllo del salotto connesso”, ha commentato Jérôme Ramel, analista di Exane BNP-Paribas.
La connected home ci costruisce per adesso attorno alla potenza dei set-top box degli operatori telecom.
Un mercato sul quale l’americana Broadcom e l’italo-francese STMicroelectronics, con il 60%, sono lontane dai leader mondiali e dove è anche presente Intel.
L’avvento della connected Tv farà dello schermo piatto la futura piattaforma del salotto?
“In definitiva, crediamo che i due mercati convergeranno“, ha dichiarato Philippe Lambinet, direttore della divisione Consumer di STMicroelectronics.
La società ritiene di avere tutte le carte in mano per conquistare il mercato che gravita intorno ai salotti di casa.