Italia
Il tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico convocato per il prossimo 27 gennaio alla presenza dei vertici di Wind e delle segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali di categoria conferma l’impegno del Governo “per tutelare ovunque possibile l’occupazione, le condizioni di lavoro e le competenze professionali delle maestranze”, nel quadro della normativa vigente e della libertà contrattuale tra le parti.
Il ministro dello Sviluppo economico e Infrastrutture e trasporti, Corrado Passera ha risposto così a un’interrogazione sull’ipotesi di cessione della gestione della rete da parte dell’azienda di telecomunicazioni Wind a possibili partner tra i quali figurano Ericsson e Huawei.
Nel testo dell’interrogazione, firmata da Antonio Di Pietro, Gabriele Cimadoro e Giovanni Paladini si sottolinea che lo scorporo di “asset strategici dell’industria italiana per pure ragioni di razionalizzazione e di natura finanziaria senza un serio piano industriale di rilancio” rappresenterebbe “un grave danno per la possibilità di sviluppo del Paese” oltre a creare “gravi preoccupazioni ai lavoratori interessati, i quali già sono consapevoli che spesso questi passaggi societari mettono in discussione l’esistenza stessa del rapporto di lavoro in quanto la società controllante, facendo lavorare la controllata in regime di subappalto, è in grado di far perdere il lavoro ai dipendenti trasferiti anche nell’arco di poco tempo”.
Il ministro Passera, che ha affermato di condividere il richiamo alla necessità che il Governo attivi un confronto con tutti gli operatori per avere garanzie sullo sviluppo delle reti, sulla loro qualità e upgrading tecnologico, ha quindi sottolineato che l’esternalizzazione della gestione delle cosiddette ‘field operations’ è una strada già perseguita da altri operatori attivi sul mercato italiano.
Il 14 giugno del 2011, ad esempio, anche Vodafone ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un’intesa che prevede l’esternalizzazione a Ericsson della gestione della rete mobile, nell’ambito di un’operazione che ha interessato 350 lavoratori.
I lavoratori di Wind che oggi operano nelle ‘field operaton’ sono circa 1.600 equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale “ed è previsto il loro completo trasferimento alla società aggiudicataria della gara”, ha affermato ancora Passera, aggiungendo che la commessa avrà durata quinquennale e richiede all’assegnatario “di garantire l’occupazione nel suo complesso oltre ai relativi trattamenti economici in essere per i lavoratori Wind”.
L’operazione di esternalizzazione della rete Wind è stata avviata formalmente lo scorso autunno, quando la società ha indetto una gara internazionale per acquisire proposte di offerta dai maggiori produttori mondiali in tema di telecomunicazioni. Dopo una prima selezione la società ha comunicato che sono state ammesse nella short list le proposte formulate da Ericsson e Huawei.
L’operazione, tuttavia, è stata bloccata in seguito all’acuirsi delle proteste dei lavoratori che si sono dichiarati contrari all’operazione.
Nelle scorse settimane, quindi, i sindacati hanno interessato della problematica il ministero dello sviluppo economico con l’obiettivo di avviare un confronto di merito con l’azienda.
Stamattina, intanto, sono circolate una serie di indiscrezioni secondo cui l’azionista di riferimento della società – i russi di Vimpelcom – avrebbe avviato le procedure per la stesura di un piano industriale che potrebbe portare a una nuova fase di consolidamento nel mercato tlc italiano.
Milano Finanza ipotizza la costituzione di un maxi polo insieme a H3G, BT Italia e Fastweb. H3G porterebbe in ‘dote’ la rete e i clienti Umts, BT Italia un consolidato rapporto con il settore business e Fastweb la rete in fibra ottica.
A coordinare l’operazione, riferisce Milano Finanza tre studi di consulenza: Mc Kinsey, Boston Consulting Group e Roland Berger.
Si tratta, spiega il quotidiano, “di uno scenario complesso, ma logico per il mercato”.