L’hi-tech torna il traino dell’economia Usa? Risultati oltre le stime per Microsoft, IBM e Intel, ma delude Google

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Nonostante una crescita dei ricavi del 25%, il titolo di Google ha perso il 9%, a 583 dollari, dopo l’annuncio dei risultati. Pesa sulle performance la debolezza dell’economia europea.

Stati Uniti


Paul Otellini

Al di fuori di Google, i cui risultati hanno subito il contraccolpo del rallentamento dell’economia europea, i tre giganti dell’hi-tech americano – Microsoft, IBM e Intel – hanno registrato risultati superiori alle attese degli analisti. L’hi-tech ritorna, insomma, a essere il traino dell’economia americana?

 

Nonostante il rallentamento della vendita di Pc, Microsoft ha registrato un utile di 78 centesimi per azione, leggermente superiore alle attese degli analisti (leggi articolo Key4biz).

 

Intel, a detta del Ceo Paul Otellini, ha chiuso un “anno eccezionale”, con risultati record. Per l’intero 2011, il gruppo californiano ha registrato un utile netto di 12,9 miliardi di dollari, in crescita del 13% e su un fatturato di 54 miliardi di dollari, in aumento del 24% rispetto al 2010.

Il gruppo attende per quest’anno una forte domanda di microprocessori destinati al mercato degli Ultrabook, i Pc ultrasottili che puntano a fare concorrenza al MacBook di Apple.

Per il 2012, Intel prevede un aumento degli investimenti, portando la spesa a 12,5 miliardi di dollari, contro il 10,7 miliardi dello scorso anno, così da tenere il passo della domanda di smartphone e tablet. Nel corso dell’ultimo trimestre, nonostante il rallentamento delle vendite di pc, Intel ha registrato un aumento del fatturato del 21% a 13,9 miliardi di dollari e un Ebitda del 64%.

 

IBM, che ha festeggiato nel 2011 i cento anni di storia, ha dimostrato – dicono gli analisti – una vitalità da far impallidire giovani icone del settore molto più affaticate.

Nell’ultimo trimestre, che ha visto salire al timone la prima donna della sua storia – Virginia Rometty – IBM ha registrato un utile di 5,49 miliardi, in crescita del 4%, su un fatturato di 29,5 miliardi, in crescita del 2%. Per l’intero 2011, ‘Big Blue’ ha segnato un utile netto di 15,8 miliardi di dollari (+7%) e un fatturato di 107 miliardi di dollari, anch’esso in crescita del 7%. Nel corso del 2011, inoltre, il portfolio degli ordini si è attestato a 141 miliardi e ha segnato un aumento di 4 miliardi nel corso dell’ultimo trimestre, durante il quale la divisione servizi ha registrato ricavi in crescita del 3% e quella dei software è crescita del 9%.

Altro segno della ‘vitalità’ di IBM: il numero uno dei servizi informatici resta il primo produttore mondiale di brevetti (6.180 nel 2011), davanti a Samsung, Canon e Panasonic, con una spesa per la Ricerca e Sviluppo che nel 2011 si è attestata a 6 miliardi di dollari.

 

Deludono, invece, i risultati di Google, che ha chiuso l’ultimo trimestre con un utile in crescita del 6% a 2,7 miliardi di dollari o 8,22 dollari per azione, contro un consensus di 10,5 dollari. Nonostante una crescita dei ricavi del 25%, il titolo del re dei motori di ricerca ha perso il 9%, a 583 dollari, dopo l’annuncio dei risultati.

Google, sottolineano gli analisti, ha risentito del clima economico sfavorevole in Europa, nonostante le solide performance delle attività nordamericane.

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