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RIM: dura poco ‘l’effetto Samsung’. Il gruppo coreano smentisce l’interesse e il titolo crolla

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Samsung non è interessato ad acquisire la società canadese Research in Motion: il produttore del BlackBerry, in forte crisi di identità e d’immagine, è in cerca di acquirenti, ma il gruppo sudcoreano ha immediatamente smentito le indiscrezioni – partire dal blog BGR – che lo volevano pronto a mettere mano al portafogli.

“Samsung non ha mai preso in considerazione l’acquisto del produttore canadese, né ci sono stati  contatti in questo senso tra le due società”, ha affermato il portavoce James Chung, sottolineando che il gruppo asiatico non è neanche interessato a concludere un accordo di licenza per utilizzare il sistema operativo del Blackberry.

Il blog, senza citare le sue fonti, aveva riferito che Samsung sarebbe stata interessata a un accordo se si fosse trovata un’intesa sul prezzo dell’operazione, fissato dalla società canadese su una soglia troppo alta.

 

Le azioni di RIM, che l’anno scorso hanno perso il 75% del loro valore, ieri avevano fatto un salto dell’8% a 17,47 dollari prima della smentita di Samsung, per poi perdere il 5% nelle contrattazioni after-hour successive alle dichiarazioni del gruppo sudcoreano.

Un balzo che ha portato all’immediato rinnovo della richiesta di un gruppo di azionisti – guidati dal fondo Jaguar Financial – di dividere la società in due entità separate, cercare un compratore e rinnovare il team di gestione.

 

Secondo ComScore, la quota di mercato del BlackBerry negli Usa – suo principale mercato – si attestava a novembre 2011 al 6,5% da 7,1% del trimestre precedente. Samsung, maggiore produttore mondiale di smartphone (basati sui sistemi operativi Android, Windows Phone e Bada) ha invece aumentato la propria quota al 25,6% mentre Apple si attesta all’11,2%.

 

Il gruppo, il cui fatturato rappresenta circa il 20% del PIL della Corea del Sud e  che dispone di liquidità per circa 15 miliardi di euro, ha annunciato ieri investimenti per 32,7 miliardi di euro nelle 80 imprese che compongono il suo impero. Una cifra in crescita del 12% rispetto allo scorso anno e doppia rispetto a quella preventivata dalla compatriota LG, che prevede per il 2012 investimenti per 11 miliardi, in calo del 15% sul 2011.

 

Anche LG è stata comunque inserita nel calderone dei possibili pretendenti di RIM insieme agli altri gruppi asiatici ZTE e HTC, che – pur attivi nel settore della telefonia mobili – a differenza di Samsung non dispongono di un proprio sistema operativo.

 

Samsung, che oltre a produrre dispositivi basati sugli Os di Google e Microsoft, ne ha sviluppato uno proprio- Bada – ha anche annunciato la prossima fusione del suo sistema operativo con la piattaforma Tizen sostenuta da Intel ed erede di Meego, sviluppato dal colosso californiano insieme a Nokia.

 

L’acquisizione di RIM potrebbe avere senso in termini di differenziazione dei prodotti Samsung nell’ecosistema Android: uno dei principali asset di RIM è infatti BlackBerry Messenger, un’applicazione di messaggistica istantanea destinata solo ai possessori di BlackBerry che Samsung potrebbe integrare nei propri prodotti insieme ad altre funzioni ‘enterprise’ per rafforzarsi ulteriormente nei confronti degli altri produttori Android ma anche rispetto a Google.

 

Basta questo, però, a giustificare un’acquisizione da 12-15 miliardi di dollari, tanto quanto richiesto da RIM? A quanto pare no.

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