Google: l’Antitrust Ue deciderà entro marzo sull’apertura di una procedura formale per abuso di posizione dominante

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I tempi si accorciano – queste indagini in genere vanno avanti per anni – ma l’obiettivo non è di facile realizzazione.

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La Commissione europea deciderà verso la fine di marzo se presentare o meno una denuncia formale nei confronti di Google. Lo ha affermato il Commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia a margine di una conferenza stampa.

“Bisogna attendere e valutare i commenti della squadra che si occupa del dossier e che arriveranno, credo, non prima della fine del terzo trimestre”, ha affermato Almunia.

 

La decisione potrebbe dunque arrivare prima del previsto, dato che le indagini antitrust durano diversi anni.

 

L’Antitrust Ue sta cercando di stabilire se Google stia abusando della sua posizione dominante sul mercato europeo della ricerca online per ostacolare la concorrenza. Mentre Microsoft e Yahoo! controllano circa un quarto del mercato Usa, Google detiene il 95% della market share in Europa e, secondo i competitor, starebbe utilizzando tecniche poco ortodosse per favorire i propri servizi a scapito di quelli concorrenti.

 

La Ue, che ha già sanzionato pesantemente anche Microsoft per abuso di posizione dominante, “sarà il più severa possibile nell’eliminare le barriere” che possano ostacolare i rivali del maggiore motore di ricerca al mondo.

 

L’obiettivo non è di facile realizzazione, ha spiegato Almunia, perché per portare a conclusione l’indagine sarà necessario raccogliere una gran mole di informazioni per capire come funzioni il mercato.

 

L’indagine dell’Antitrust Ue è stata aperta dopo la denuncia di alcune web company secondo cui i loro servizi sarebbero stati penalizzati nei risultati di ricerca a pagamento e gratuiti in favore dei servizi della stessa Google.  L’esecutivo, in particolare, sta indagando per appurare se Google abbia veramente abusato della propria posizione dominante nel campo delle ricerche su internet facendo scivolare in basso nei risultati di ricerca i servizi dei concorrenti, come ad esempio alcuni siti di comparazione dei prezzi (noti anche come servizi di ricerca verticali) concedendo, invece, un “piazzamento privilegiato” ai propri. La Commissione sta anche appurando se, come sostengono i concorrenti, Google abbia volontariamente degradato il Quality Score (il punteggio sulla qualità è uno dei fattori che determina il prezzo pagato a Google dagli advertiser) dei servizi di ricerca verticale concorrenti nei risultati di ricerca a pagamento, quelli cioè che compaiono in alto a destra nella pagina dei risultati.

 

Altro filone dell’inchiesta Ue riguarda le accuse secondo cui Google imporrebbe clausole di esclusività ai partner pubblicitari, impedendo loro di mettere alcuni tipi di annunci pubblicitari forniti dai concorrenti sulle loro pagine, con l’obiettivo di escludere gli strumenti di ricerca dei competitor. La Commissione sta, infine, indagando sulle accuse concernenti la restrizione della portabilità delle campagne pubblicitarie online verso le piattaforme concorrenti.

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