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Dividendo digitale: il Governo francese incassa 3,5 miliardi di euro

Francia


Lo Stato francese ha incassato 3,575 miliardi di euro dall’asta del dividendo digitale, circa 1 miliardo in più di quanto atteso. Una manna in questi tempi di crisi economica, che sarà destinata in parte (700 milioni di euro circa) a rimpolpare il budget della difesa e per il restante al bilancio generale dello Stato.

Il ministro dell’industria Eric Besson ha parlato di “successo integrale” dell’asta, che in Francia è stata suddivisa in due tornate: la prima, che ha portato all’assegnazione della banda 2,6 GHz, è stata chiusa a settembre con un introito di 936 milioni di euro (contro i 700 previsti dal Governo). La seconda, per le frequenze a 800 Mhz, è stata chiusa ieri e ha fruttato 2,64 miliardi di euro, contro gli attesi 1,8 miliardi.

 

Le frequenze sono state divise in 4 blocchi per far sì che ciascun operatore ne potesse avere una parte. A sorpresa, però, Free non ha ottenuto frequenze in questa seconda parte dell’asta, non avendo i mezzi finanziari per acquistare un blocco da 10Mhz. L’operatore, che lancerà i propri servizi mobili a gennaio, non disporrà dunque di una rete 4G in tutto il Paese. Fortunatamente, però, l’Arcep aveva disposto che se un operatore non avesse ottenuto frequenze avrebbe disposto del diritto di roaming sulla rete del concorrente che avesse ottenuto due blocchi. Free avrà dunque il diritto di utilizzare la rete 4G di SFR, il solo ad aver avuto due blocchi di 5Mhz ciascuno.

 

Riguardo il montante pagato da ciascun operatore, SFR ha staccato l’assegno più consistente: 1,065 miliardi di euro per due lotti da 5 MHz. Orange, che conta più di 26 milioni di utenti, ha pagato 891 milioni di euro per ottenere 10Mhz di frequenze, portando a casa il blocco di migliore qualità. Bouygues Telecom è stato quello che ha speso di meno: ‘soltanto’ 683 milioni per 10Mhz, ossia 380 milioni meno di SFR.

 

L’asta delle frequenze, che sono un patrimonio pubblico, permetterà agli operatori di offrire servizi internet mobile di migliore qualità, a una velocità di almeno 60Mbps.

Da qui a 15 anni, gli operatori dovranno coprire con le loro reti LTE il 99,6% della popolazione.

Soddisfatto il presidente dell’Autorità per le tlc (Arcep), Jean-Ludovic Silicani, secondo cui “Tutti gli obiettivi che avevamo fissato sono stati soddisfatti: copertura del territorio, valorizzazione dello spettro pubblico, animazione della concorrenza”.

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