Stati Uniti
Vittoria in chiaro scuro per Apple nell’ambito di uno dei tanti contenziosi legati ai brevetti dell’iPhone: la Commissione americana per il commercio internazionale (ITC) ha confermato la violazione, da parte di HTC, di uno dei quattro brevetti al centro del contenzioso intentato dalla società californiana e ha imposto un divieto di vendita su alcuni dispositivi del gruppo asiatico che entrerà in vigore, però, solo ad aprile.
Il brevetto in questione è legato alla tecnologia che consente agli utenti di cliccare sui numeri di telefono sullo schermo o su altri tipi di dati in un documento – come un indirizzo di posta elettronica – per comporre automaticamente il numero visualizzato o accedere a più informazioni.
Il divieto di importazione, in sostanza, non riguarderà i dispositivi Android che non implementano questa caratteristica o che la implementano per funzioni non previste dalle rivendicazioni di Apple.
La sentenza, arrivata dopo ben due rinvii e che costituirà un importante precedente nell’ambito delle cause per violazione di brevetto in corso o future, penalizzerà HTC meno del previsto perché darà modo alla società di rivedere e modificare la tecnologia incriminata.
Dal momento, però, che questa tecnologia è presente su quasi tutti gli smartphone, si presuppone che Apple vedrebbe riconosciute le sue ragioni se decidesse di sporgere denuncia verso altri produttori.
Apple, insomma, disporrà comunque di un’altra arma a suo vantaggio in vista di altri simili procedimenti contro i concorrenti accusati di aver copiato l’iPhone.
“Si tratta di una scaramuccia in una battaglia, ma è parte di una guerra molto più ampia in cui ciascuna parte ha ancora munizioni da utilizzare”, ha commentato David Wilson, associato dello studio legale London Herbert Smith LLP, specializzato in cause sulla proprietà intellettuale.
HTC, di fatto, non sarà esclusa dal mercato statunitense, come Apple avrebbe preteso e avrebbe violato solo uno dei 10 brevetti al centro della causa intentata da Apple.
Ma la decisione, sottolinea il consulente di Hong Kong Melvin Li, spingerà “tutti gli altri produttori che utilizzano la stessa tecnologia a spremersi le meningi per capire come risolvere la questione”.