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RIM potrebbe liberarsi del BlackBerry? Prende corpo l’idea di concentrarsi solo sui servizi di rete

Stati Uniti


Cresce la pressione su RIM: dopo la revisione al ribasso degli utili e l’annuncio del rinvio del lancio del prossimo BlackBerry sono in molti gli analisti e gli investitori a ritenere che la società per sopravvivere debba abbandonare il BlackBerry e aprire la rete – perno centrale della sua strategia – ai concorrenti.

Anche se sostenuta solo da una minoranza degli azionisti, l’idea è quella di aprire ai rivali la sicurissima rete che ha fatto la fortuna del BlackBerry tra i manager di tutto il mondo e di concentrarsi su quell’attività, tirandosi fuori dal business dell’hardware attraverso una vendita.

 

Venerdì, dopo l’annuncio del rinvio del lancio della prossima generazione di BlackBerry, il titolo di RIM ha toccato il minimo storico da 8 anni a questa parte e una parte degli azionisti – guidati da Jaguar Financial – insiste su un allontanamento degli attuali coCeo, Jim Balsille e Mike Lazaridis, ritenuti incapaci di stare al passo con la concorrenza, e sulla valorizzazione del portfolio brevetti. Obiettivo di questa parte di azionisti è, insomma, la vendita delle attività legate alla produzione del celebre dispositivo che ha lanciato nel mondo l’email in mobilità e il mantenimento del business, più redditizio, dei servizi.

“Secondo Jaguar la road map da seguire per ricostruire valore implica la vendita di RIM, nel suo complesso o in parti separate”, spiega Jaguar in una nota.

 

La rete, unico esempio di questo genere tra i produttori di dispositivi mobili, è da sempre uno dei pilastri della crescita del BlackBerry: le email e i messaggi istantanei vengono istradati attraverso i server e i data canter della società, dove vengono codificati e inviati ai destinatari. Si tratta di un sistema estremamente sicuro, che impedisce il controllo dei contenuti, tanto che molti governi conservatori hanno minacciato il blocco dei servizi se non avessero avuto la possibilità di controllare le comunicazioni dei BlackBerry.

Per questo, il BlackBerry è stato un must tra gli uomini d’affari di tutto il mondo, che considerano il dispositivo uno strumento tra i più sicuri per le delicate comunicazioni aziendali.

Se insomma, cifre alla mano, il BlackBerry sembra essere in pieno declino (il prossimo trimestre le vendite sono previste in calo del 26%) non così è per il business della rete, in grado di generare margini più forti e un fatturato ricorrente, legati alle tariffe mensili applicate agli utenti BlackBerry per utilizzare la sua rete altamente sicura. Tariffe che rappresentano un indubbio vantaggio rispetto a qualsiasi altro vendor e che hanno portato nelle casse di RIM circa un miliardo di dollari in ciascuno degli ultimi due trimestri.

 

“Se RIM vuole mantenere e stabilizzare l’asset deve aprirlo alle altre piattaforme e cominciare a considerarsi una software company con focus aziendale”, ha affermato l’analista Mark McKechnie di ThinkEquity.

 

Secondo un’azionista che ha preferito restare anonimo, RIM starebbe già lavorando a una simile ipotesi, che appena un anno fa sarebbe stata impensabile.

Alla fine di novembre, come segno della possibile separazione del business della rete, RIM ha annunciato il rilascio di Mobile Fusion, un’applicazione che dovrebbe essere rilasciata a marzo 2012 per permettere anche agli utenti iPhone e Android di sfruttare la tecnologia BlackBerry Enterprise Server per la gestione di più dispositivi mobili.

 

La popolarità dell’iPhone e degli smartphone Android, unita ai problemi che hanno funestato il dispositivo nei mesi scorsi – con un black out durato circa tre giorni che ha bloccato le comunicazioni del BlackBerry – hanno portato a un deterioramento tale delle attività che secondo alcuni analisti RIM non guadagna quasi nulla dalle vendite di BlackBerry.

 

E questo non è l’unico problema: anche le vendite del PlayBook, il tablet che avrebbe dovuto dare filo da torcere all’iPad di Apple, sono state una delusione e RIM ha dovuto offrire massicci sconti e inserire nei suoi conti oneri ante imposte per 485 milioni di dollari.

 

La portata della crisi è evidenziata anche dal prezzo delle azioni, che venerdì si attestava a 13,12 dollari, contro i 144 dollari del 2008 e i 70 dollari di febbraio.

La capitalizzazione è passata da 80 miliardi a 7 miliardi di dollari.

 

Non c’è, dunque, tempo da perdere dicono gli analisti: aspettare ancora sarebbe rischioso perchè nel frattempo stanno già prendendo piede reti alternative che offrono le stesse caratteristiche del BlackBerry enterprise network e RIM rischia di perdere il vantaggio.

Offrire una rete gestita per gli utenti di tutte le piattaforme mobili, riporta Reuters, permetterebbe a RIM di espandere il suo mercato potenziale di sei volte o più.

 

È chiaro, insomma, che mantenere lo status quo sarebbe troppo rischioso per RIM, i cui azionisti – rivela uno di loro – “hanno dimostrato finora una grande pazienza”.

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