Italia
Mettere all’asta le frequenze Tv alle attuali condizioni, determinerebbe che nessuno le comprerebbe. A dirlo sono stavolta i commissari Agcom Nicola D’Angelo, Michele Lauria e Sebastiano Sortino in una lettera inviata al direttore di Repubblica.
Secondo i tre commissari la ragione sta nel fatto che “la pubblicità è controllata dai due incumbent e che nessuna iniziativa è stata assunta per allentare tale dominanza. Anzi per evitare una pronuncia sulla posizione dei due soggetti (Rai e Mediaset, ndr) all’interno del mercato pubblicitario, si è deciso che quello pubblicitario non è un mercato rilevante”.
Il sistema gratuito di assegnazione delle frequenze Tv con la procedura del beauty contest continua quindi a dominare le discussioni di politici ed esperti, mentre si costringono gli italiani a fare grossi sacrifici per fronteggiare la crisi economica che sta vivendo il nostro Paese.
“La critica che noi abbiamo sempre fatto – scrivono ancora i commissari – non è solo al beauty contest, ma al rapporto di conversione adottato e attraverso il quale lo Stato si è spogliato del diritto di recuperare risorse di cui è titolare per poterle destinare, alle migliori condizioni economiche, agli usi più efficienti, secondo principi di neutralità tecnologica. Per sostenere la tesi contraria si fanno osservazioni contestabili”.
La prima è che il beauty contest sarebbe stato voluto da Bruxelles: “La Commissione europea non ha indicato il modo in cui le frequenze devono essere assegnate, ma ha ribadito la necessità di aprire il mercato ai nuovi operatori, in modo da far cessare quella situazione di privilegio per gli operatori esistenti che avevano provocato l’apertura di una procedura d’infrazione (peraltro non ancora chiusa)”.
La seconda affermazione è che il beauty contest è stato scelto per favorire gli operatori più piccoli e dotati di minori risorse finanziarie.
“Argomento invero singolare – dicono i commissari – visto che ai nuovi entranti la gara non riserva in modo esclusivo alcuna frequenza”.
“Quella della maggiore liberalizzazione del sistema Tv è l’obiettivo che abbiamo perseguito, purtroppo in posizione minoritaria, all’interno dell’Agcom in questi anni, per evitare che le risorse trasmissive ed economiche, e le infrastrutture rimanessero concentrate nelle mani di pochi”, concludono i commissari nella lettera.
Sulla scrivania del Ministro Corrado Passera resta un dossier davvero spinoso: asta per le frequenze Tv o assegnazione gratuita? Da Bruxelles nei giorni scorsi ha fatto sapere che il governo sta affrontando la questione ma “con i tempi giusti” (Leggi Articolo Key4biz).
Intanto l’associazione di operatori del settore media e telecomunicazioni, Assoprovider, ha depositato un esposto alla Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti su questo tema. La denuncia ha come oggetto un possibile danno alle casse dello Stato derivante dall’ assegnazione da parte del ministero dello Sviluppo delle frequenze tv lasciate libere dal passaggio dall’analogico al digitale (Leggi Articolo Key4biz).
Ieri anche FEMI (Federazione dei media digitali indipendenti) e Altroconsumo hanno presentato una diffida formale al Ministro per lo Sviluppo Economico, perché disponga il ritiro del bando del beauty contest.
L’Unione Europea sta seguendo da vicino il dossier e la procedura di assegnazione che potrebbe anche assumere una valenza politica. Anche la Lega Nord, ex alleato di ferro di Silvio Berlusconi, ha fatto sapere tramite Roberto Maroni di aver “presentato un emendamento che non vuole punire nessuno, ma vuole recuperare risorse da chi può dare e da chi trarrà grande vantaggio dall’ assegnazione di queste frequenze, per compensare i tagli ai pensionati o alla povera gente”.
Per il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, “se si facesse un’asta andrebbe deserta“ (Leggi Articolo Key4biz). E in attesa di capire come sarà affrontata la partita del beauty contest, tra le ipotesi considerate potrebbe esserci quella di un aumento del canone per le frequenze tv già concesse.