Telemarketing: dal Garante privacy stop alle telefonate ‘mute’. Multe da 30mila a 120 mila euro

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Nel mirino del Garante una società energetica che tempestava gli utenti di chiamate in grado di generare ‘fastidio e allarme’.

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Il Garante privacy cerca di porre un freno a uno dei nuovi fenomeni del telemarketing: le chiamate ‘mute’, utilizzate dalle aziende per promuovere servizi e prodotti attraverso sistemi di instradamento automatico delle chiamate. Il destinatario di questo tipo di telefonata, in sostanza, dopo aver sollevato il ricevitore, non viene messo in comunicazione con alcun interlocutore e questo, sottolinea il garante, “provoca fastidio e allarme”, anche perché spesso le telefonate sono continue.

 

L’Autorità è intervenuta, infatti, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte dei cittadini frustrati da questa nuova pratica invasiva. Alcuni si sono lamentati di aver ricevuto anche 15 chiamate mute di fila.

 

Nel mirino del garante, in particolare, una grande società energetica che – per evitare tempi morti o momenti di inattività degli operatori – ha utilizzato un sistema in grado di inoltrare ai call center un numero di telefonate anche molto superiore alla loro capacità ricettiva.

Di conseguenza, non sempre c’era un operatore disponibile per ogni chiamata con la conseguenza che il destinatario della chiamata si trovava di fronte a una telefonata muta.

 

Per arginare questa pratica, l’Autorità ha prescritto una serie di misure volte a impedire la ripetizione di una telefonata muta allo stesso numero e la possibilità di chiamare quel numero per almeno trenta giorni.

Le aziende che non si adegueranno alle nuove disposizioni rischiano una sanzione amministrativa che va da 30mila a 120mila euro.

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