Cina
Gli smartphone Android potrebbero presto arrivare a costare molto poco – tra 40 e 50 dollari – grazie all’agguerrita concorrenza tra i produttori cinesi di chip. Se MediaTek offre già un system-on-chip ottimizzato per il sistema operativo mobile di Google e con pre-integrati i servizi mobile web, il suo piccolo concorrente Spreadtrum Communications rivendica una piattaforma ancora più economica, destinata a dispositivi dal prezzo di 40-50 dollari.
I nuovi chip operano a una frequenza di 600 MHz: uno (SC8805G) è concepito per lo standard 3G cinese TD-SCDMA e l’altro (SC6810) per i dispositivi 2G+ che supportano Edge e Wi-Fi.
Entrambi sono dotati di un design di riferimento hardware e software per i test di conformità, così da accelerare i tempi di commercializzazione, ed entrambi sono basati su un processore ARM-9 che supporta Android 2.2, grafica 2D, fotocamera fino a 5 megapixel, MPEG4, display LCD HVGA touchscreen e una serie di opzioni di connettività tra cui Wi-Fi, GPS, Bluetooth, radio FM e TV mobile.
Progetti basati su queste piattaforme hanno già superato la fase di testing dell’operatore cinese China Mobile e, ha riferito Spreadtrum, dovrebbero essere integrati in una serie di prodotti commerciali entro la fine di questo mese lanciati da una dozzina circa di fornitori (per lo più produttori a basso costo cinesi).
Molti di questi prodotti saranno offerti da China Mobile, che il prossimo anno conta di vendere oltre 30 milioni di smartphone TD-SCDMA soprattutto nel segmento a basso costo dato che nella fascia alta di prezzo il mercato è ormai saturo.
Speadtrum, comunque, conta di far breccia anche su altri mercati emergenti, dove gli smartphone low cost sono molto ambiti in quanto spesso unico modo per connettersi a internet.
Una minaccia in più per i produttori occidentali come Qualcomm che già hanno rinunciato a gran parte dei margini per competere con i produttori low-cost asiatici.