LTE: dal dividendo digitale introiti per 20 mld di euro. Ma per KPMG il risultato delle assegnazioni resta ‘incerto’

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Gli operatori devono comprendere i meccanismi messi in atto dal governo e dal regolatore del loro paese perchè la questione della sostenibilità dello spettro è particolarmente critica, data la pressione sui flussi di cassa degli operatori.

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Nei prossimi 3-4 anni andrà all’asta una quantità di spettro radio superiore a quella assegnata nell’ultimo decennio per un incasso complessivo che nella sola Europa occidentale potrebbe superare i 20 miliardi di euro.

È la stima effettuata da KPMG nel suo Spectrum Monitor, secondo cui almeno i due terzi dell’introito deriveranno dal dividendo digitale – il passaggio dalla Tv analogica a quella digitale – che libererà le preziose frequenze nella banda 700-800Mhz.

“Si tratta di un significativo investimento per gli operatori, che non include i costi aggiuntivi per la realizzazione delle nuove reti LTE”, nota la società.

 

Con la crisi economica che incombe, ha sottolineato Benoit Reillier, direttore Economics and Regulation practice di KPMG, “Molti governi guardano alle aste dello spettro come un metodo per fare cassa. Anche se gli incassi delle gare non faranno la differenza in termini di livello di deficit, in molti paesi soddisferanno la necessità di liquidità nel breve-medio termine”.

D’altro canto, invece, gli operatori mobili hanno la necessità di “comprendere le politiche e i meccanismi messi in atto dal governo e dal regolatore del loro paese per l’assegnazione dello spettro, in quanto il modo in cui vengono progettate le aste avrà un impatto critico sul prezzo che si andrà a pagare”, ha aggiunto Reillier, sottolineando che la “questione della sostenibilità dello spettro è particolarmente critica, data la pressione sui flussi di cassa degli operatori”.

 

Tra i fattori che gli operatori dovranno valutare con attenzione, KPMG cita il mix tecnologico delle reti; i tempi di roll-out; le misure di condivisione delle infrastrutture in un’ottica di riduzione dei costi; la sostituibilità delle altre tecnologie, comprese quelle fisse, così come la struttura, il livello e la dinamica della domanda di traffico dati e dei prezzi.

 

In Italia, l’asta delle frequenze del dividendo digitale esterno si è conclusa con un incasso di quasi 4 miliardi di euro. Il Governo immaginava un introito di 2,4 miliardi e aveva previsto che metà dell’extragettito – circa 800 milioni di euro – sarebbe tornato al settore delle tlc sotto forma di misure per lo sviluppo della banda larga. Così, però, non è stato, visto che il precedente Governo ha deciso di destinare la somma ad altre misure di finanza pubblica.

 

 “Gli operatori – ha concluso Reillier – sono disposti a pagare ingenti somme per lo spettro radio. Tuttavia il risultato di assegnazioni sempre più complesse continuerà a essere incerto per molti mesi a venire, a causa della miriade di questioni che devono essere negoziate”.

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