Libertà online, Hillary Clinton: ‘I diritti umani vanno difesi anche sul web’

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Ai Ministri degli Affari esteri presenti al meeting dell’Osce in Lituania, la Clinton ha chiesto di sostenere una dichiarazione a favore della libertà su internet.

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Hillary Clinton

Una dichiarazione per sostenere la libertà online. E’ quello che ha chiesto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ai Ministri degli Esteri e agli alti ufficiali presenti al meeting dell’Osce nella capitale lituana Vilnius.

“I diritti umani – ha ribadito la Clinton – devono essere difesi su internet così come nella vita reale”.

“Noi dobbiamo riconoscere che i diritti esercitati nel cyberspazio meritano la stessa protezione di quelli esercitati nella realtà“, ha detto la Clinton all’incontro organizzato dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

Aggiungendo che “le fondamentali libertà di espressione, di pacifica assemblea, di associazione e di religione vanno applicate allo stesso modo in una conversazione su Twitter o alle assemblee organizzate dalle Organizzazione non governative o su Facebook, così come si farebbe per una dimostrazione in una pubblica piazza”.

 

Il segretario di Stato americano ha espresso particolari preoccupazioni per i blogger, i giornalisti e gli attivisti che utilizzano media elettronico e che vengono presi di mira nei paesi dell’Asia centrale, in Bielorussia, Russia e Turchia.

 

In Lituania la Clinton ha parlato anche di “persecuzioni ininterrotte’ degli oppositori in Bielorussia, rispondendo alle attese di vedere Washington difendere i diritti dell’uomo nell’ex Urss.

“In Bielorussia, meno di 40 chilometri da qui, i difensori dei diritti dell’uomo sono oggetto di persecuzioni ininterrotte”, ha dichiarato davanti ai rappresentati dell’Osce, che raggruppa 56 Paesi.

Prima di incontrare alcuni militanti bielorussi, che si oppongono al regime autoritario del presidente Alexandre Lukashenko, il segretario di Stato Usa ha citato il caso di Ales Beliatski, condannato a quattro anni e mezzo di carcere per frode fiscale, ma in realtà “per aver prestato aiuto alle vittime della repressione di Stato“. E ha anche preso le parti di Andrei Sannikov e Mikhail Statkevitch, ex candidati dell’opposizione democratica alla presidenza, che restano tuttora in carcere un anno dopo la repressione violenta delle proteste contro la rielezione di Lukashenko, al potere dal 1994.

 

Poi, la Clinton ha sollevato il caso di Yulia Timoshenko, leader dell’opposizione ucraina condannata a sette anni di carcere, sottolineando che la questione è un esempio di una battuta d’arresto per le istituzioni democratiche, per il rispetto delle leggi e del processo elettorale in certi Paesi dell’ex Urss.

 

Inoltre, il segretario di Stato Usa ha espresso nuovamente forti critiche sulle elezioni russe, accusando le autorità di aver minato la fiducia del popolo con “elezioni né libere né eque“. Per la Clinton, “Il popolo russo merita un’inchiesta approfondita” sui presunti brogli elettorali nelle elezioni politiche tenutesi il 4 dicembre e s’è detta “preoccupata” dai rapporti secondo i quali l’ong Golos di controllo delle elezioni è stato vittima di attacchi informatici.

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