Stati Uniti
Telefonini e Pc sempre più sotto accusa per la loro trasformazione in strumenti atti a controllare tutti i nostri spostamenti, le nostre comunicazioni, la nostra rete contatti. Mentre anche Wikileaks diffonde i cosiddetti ‘spy files’ – che descrivono come il mercato dello spionaggio telematico sia sempre più proficuo e sia arrivato a un valore di oltre 5 miliardi di dollari all’anno – negli Usa monta la polemica legata al software Carrier IQ, installato in oltre 150 milioni di smartphone e in grado di memorizzare e inviare all’operatore tutto quanto viene digitato sul dispositivo, dagli sms ai numeri telefonici fino ai siti web visitati.
La società che lo produce, dopo aver attaccato e minacciato il ricercatore che ha diffuso la notizia della sua esistenza, intimandolo a non pubblicare i risultati della sua ricerca (leggi articolo Key4biz) si è difesa affermando che si tratta semplicemente di un sistema per migliorare le performance delle reti wireless.
Sommersi dalle polemiche, AT&T, Sprint, HTC e Samsung hanno confermato che i loro smartphone integrano il controverso software: i due operatori hanno insistito che Carrier IQ è utilizzato col solo fine di migliorare le prestazioni della rete, mentre HTC e Samsung si sono difese sostenendo di aver dovuto integrarlo dietro esplicita richiesta degli operatori.
HTC – che produce dispositivi basati sia su Windows Phone che su Android – ha invece sottolineato in un comunicato che molti operatori americani richiedono l’installazione del software sui loro dispositivi.
“E’ importante ribadire – spiega il produttore – che HTC non è partner di Carrier IQ e non riceve dati dall’applicazione, dalla società che lo produce o dagli operatori suoi partner”.
Anche Samsung ha chiarito che l’app viene inserita negli smartphone solo su richiesta degli operatori.
Anche T-Mobile ha confermato l’uso di Carrier IQ, ma soltanto come strumento ‘diagnostico’ per risolvere i problemi della rete e monitorare le performance della rete. “T-Mobile – si legge in una nota – non usa Carrier IQ per ottenere il contenuto di sms, email o messaggi vocali o ancora per conoscere la posizione degli utenti o le loro attività online, né tanto meno è usato per attività di marketing”.
Altre società, tra cui Verizon, RIM e Nokia, hanno preso le distanze smentendo con forza le notizie relative a un utilizzo del software nei loro dispositivi.
“A seguito della diffusione di alcuni report non corretti, nei quali si afferma che il software di CarrierIQ sarebbe stato installato anche in dispositivi Nokia”, l’azienda finlandese ha precisato che “CarrierIQ non distribuisce prodotti per alcun device Nokia, pertanto tali informazioni sono infondate e scorrette”.
“I rumors circa l’utilizzo di Carrier IQ da parte di Verizon sono false”, ha affermato la portavoce dell’operatore statunitense, Debi Lewis.
Simile il tono della smentita di Research in Motion, che afferma in una nota che “Carrier IQ non è pre-installato sui BlackBerry né la società ha mai autorizzato un operatore partner a installarlo prima della vendita. Rim – si legge ancora nella nota – non ha partecipato allo sviluppo del software e non è mai stata coinvolta nei test, nella promozione o nella distribuzione dell’app”.
Nella spinosa vicenda è intervenuta anche Apple, per spiegare che l’app è stata integrata nei suoi dispositivi in passato ma che la società ha deciso di bloccare il supporto e la rimuoverà dagli iPhone per mezzo di un aggiornamento che arriverà a breve. Il gruppo di Cupertino ha comunque negato di aver mai ricevuto o collezionato dati provenienti da Carrier IQ.