Italia
Sky Italia ritira la propria domanda di partecipazione al Beauty contest, la gara per l’assegnazione delle frequenze televisive digitali terrestri. Lo fa sapere la società con una nota nella quale informa di aver ufficializzato nella giornata di oggi al Ministero dello Sviluppo Economico e alla Commissione Europea la decisione, incondizionata e con effetto immediato.
Sky Italia, si legge nel comunicato, ha partecipato al Beauty Contest, avviato dal precedente Governo, sulla base di una specifica autorizzazione ricevuta nel luglio 2010 dalla Commissione Ue, autorizzazione che sottolineava come proprio Sky avesse contribuito allo sviluppo della concorrenza nel mercato televisivo italiano e come la sua partecipazione alla gara per l’assegnazione delle frequenze sul DTT avrebbe comportato un’ulteriore apertura del mercato.
Il gruppo, di proprietà della News Corp di Rupert Murdoch, ha sottolineato che “la lunghezza dei tempi, ad oggi ancora indeterminati, che hanno caratterizzato lo svolgimento di questa gara e che impatteranno inevitabilmente sull’assegnazione delle frequenze, sono però diventati del tutto incompatibili con l’esigenza di pianificare con certezza gli investimenti che sarebbero necessari nel caso di un’ipotetica assegnazione”.
Il gruppo aggiunge ancora che tale indeterminatezza dei tempi si è inoltre accompagnata a un bando che contiene elementi discutibili, legati all’adozione di un disciplinare di gara “con regole che oggettivamente favoriscono operatori già attivi sul mercato“. Va ricordato che proprio tali regole hanno portato alcuni partecipanti alla gara – tra cui la stessa Sky – a presentare ricorsi all’autorità competente, ricorsi che potrebbero moltiplicarsi una volta annunciate le assegnazioni delle frequenze.
Per l’azienda, “Tempi poco chiari e regole discutibili sono incompatibili con un mercato televisivo e uno scenario competitivo che è invece in rapida e costante evoluzione. Nella televisione italiana stanno nascendo infatti nuovi modelli di business e fanno il loro ingresso nuovi player, provenienti spesso da settori finora estranei alla produzione e alla distribuzione di programmi televisivi“.
Di conseguenza, questo Beauty Contest, nelle modalità impostate dal precedente Governo, non solo non interpreta più le reali esigenze di sviluppo e di apertura alla concorrenza di questo mercato, ma rischia concretamente di essere un elemento negativo per lo stesso.
Per questo, Sky ha deciso di ritirarsi con l’auspicio che questa sofferta decisione possa favorire una nuova stagione di riflessione tra tutti gli operatori e il nuovo Governo, per un profondo ripensamento delle regole con cui ridefinire in senso competitivo il sistema televisivo italiano.
Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia, ha commentato: “Ci auguriamo che questa nostra decisione, per quanto difficile e onerosa, possa dare un serio contributo ad avviare un dibattito aperto e costruttivo sul futuro della televisione nel nostro Paese; un futuro che in Italia, come in tutto il mondo, vede lo sviluppo e l’affermarsi di nuovi modelli di business basati anche su forme e tecnologie diverse dal DTT, basta pensare al successo che in altri mercati stanno avendo operatori che distribuiscono i loro programmi via DSL e fibra”.
“Siamo convinti – ha detto ancora Zappia – che l’obiettivo dei prossimi mesi è, e debba essere, creare le condizioni per fare del mercato televisivo un volano dell’economia digitale e – al fine di creare nuova occupazione e sviluppo – liberare l’incredibile potenziale creativo che è parte del DNA degli italiani. Credo che da questo punto di vista il Beauty Contest avrebbe potuto rappresentare un’importante occasione, ma ritengo che questa occasione sia stata mancata a causa dell’impostazione che è stata data a tutto il processo”.
“Questa decisione – ha concluso Zappia – è coerente con le scelte industriali di Sky e con la sua politica di investimenti in Italia, incentrata sull’innovazione e le nuove tecnologie, e non modifica, ma anzi conferma e rafforza, l’intenzione a continuare a investire nel nostro Paese e a fornire il nostro contributo alla sua crescita economica.”