Pirateria: i videogame la subiscono meno di musica e video

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Al DigiWorld Summit di IDATE, uno Studio dell’Hadopi sostiene che questo mercato è colpito meno perché si è saputo adattare rapidamente ai nuovi consumi di contenuti digitali.

Europa


Online gaming

L’online gaming è meno colpito dalla pirateria rispetto alla musica e ai video, stando ai risultati di uno Studio presentato dall’Hadopi al DigiWorld Summit di IDATE, che si chiude oggi a Montpellier.

 

Secondo l’Alta autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su internet (Hadopi), “Gli utenti che nel corso dell’ultimo anno hanno dichiarato di usare servizi legali per i videogame online rappresentano il 30% contro il 46% di quelli che invece lo hanno fatto illegalmente”.

L’Hadopi ricorda che questo scarto di 16 punti arriva a ben 27 se parliamo di musica (50% di utenti legali e 77% di pirati) e 32 punti per i video (39% contro 71%).

 

L’Autorità Francese ritiene che il mercato dei videogiochi sia meno colpito perché s’è velocemente adattato ai nuovi modelli di consumo dei prodotti culturali.

 

“L’industria dei videogame – storicamente orientata al digitale – ha approfittato della rapida trasformazione delle abitudini, proponendo modelli economici vari e innovativi che consentono di allargare le offerte per il pubblico (…) sfruttando le possibilità di finanziamento e remunerazione degli sviluppatori e degli editori”, ha spiegato l’Hadopi.

 

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