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Google ha fatto il suo ingresso nella musica online, entrando su un mercato fino a oggi predominio degli store di Apple e Amazon che godono ancora di un largo vantaggio sulla società di Mountain View.
“Siamo felici di annunciare che adesso potete comprare milioni di canzoni” sulla piattaforma della compagnia Android Market, ha commentato il Direttore dei prodotti di Google, Paul Joyce, in occasione della conferenza stampa di presentazione a Los Angeles.
Il manager ha anche annunciato che il servizio Google Music è al momento disponibile solo negli Stati Uniti.
Già da adesso è possibile comprare le tracce su Android Market e nei prossimi giorni sarà pronta l’applicazione Google Music per smartphone e tablet che funzionano con il sistema operativo Android.
Pronto il commento della prima major discografica del mondo. Il presidente delle attività digitali di Universal Music, Robert Wells, ha dichiarato che stringere un accordo con Google per la vendita del proprio catalogo sarebbe “rivoluzionario su più livelli“.
“Ci aspettiamo che questo rappresenti un importante flusso di ricavi per i nostri artisti”, ha aggiunto, unendosi al coro degli altri dirigenti dell’industria della musica presenti alla conferenza di Google.
Il gruppo ha finora stretto accordi con Universal, EMI e Sony Music mentre ancora non è riuscito a raggiungere un’intesa con Warner Music che gestisce i diritti di Madonna.
Per lanciare il nuovo servizio, la compagnia californiana s’è appoggiata a star mondiali come i Coldplay, Shakira o i Rolling Stones, i cui titoli saranno offerti in via esclusiva alcuni addirittura gratuitamente.
Altra novità, le canzoni acquistate sull’Android Market potranno essere condivise (un brano potrà però essere ascoltato una sola volta) con gli amici del social network Google+. Un servizio ulteriore che non è contemplato nelle offerte degli altri competitor.
Google ha anche previsto la possibilità per i musicisti indipendenti di vendere i loro titoli direttamente sulla piattaforma e al prezzo scelto da loro stessi.
Rendendo la musica liquida, Google consente di ascoltare online i brani da qualunque dispositivo digitale. L’applicazione consente di archiviare fino a 20 mila tracce come il servizio concorrente di Amazon lanciato nel marzo scorso.
“Google aveva bisogno di fare qualcosa di nuovo perché la sua piattaforma Android venisse presa sul serio”, ha commentato Michael Gartenberg, analista di Gartner.
“Al momento, questo nuovo servizio non dovrebbe spaventare iTunes, pioniere del settore, ma potrebbe invece incidere positivamente sulla crescita di Android, presente su oltre 200 milioni di dispositivi mobili nel mondo“, ha detto ancora Gartenberg.
Sempre su questa linea, all’inizio dell’anno Google ha lanciato anche un servizio di noleggio film su Android Market.
Sono trascorsi 7 anni quando iTunes sbarcò in Italia gettando di fatto le basi per lo sviluppo di un mercato musicale liquido sino a quel momento inesistente, in termini di fatturato e di offerta digitale legale. In questi ultimi anni il nostro Paese ha fatto passi importanti per proporre modelli di business sostenibili e soprattutto rispondenti alle esigenze di un consumatore sempre più tecnologico ed esigente.
Secondo i dati IFPI a livello mondiale, nel 2010 sono oltre 13 milioni le tracce disponibili negli store digitali ed oltre 400 le piattaforme che vendono musica online in tutto il mondo. I ricavi derivanti dalla musica digitale sono stati pari a 4,6 miliardi di dollari con un +6%. Globalmente in 6 anni, il mercato della musica online è cresciuto del 1000%.
L’industria musicale italiana, nonostante le difficoltà e le resistenze culturali ed infrastrutturali, legate soprattutto alla mancanza di un’agenda digitale seria e di lungo periodo, ha creduto e investito nella musica digitale ed oggi, nei primi nove mesi del 2011, la quota di mercato ha raggiunto il 23% con un fatturato di quasi 19 milioni di euro ed una crescita, rispetto allo stesso periodo dall’anno precedente, del 17%.
I segnali sono forti ed incoraggianti, le vendite digitali, che inizialmente riguardavo solo la top ten della classifica ufficiale, si sono spostate verso gli album ed hanno coinvolto anche il catalogo, non solo le new hit. Recentemente Fimi ha unificato la classifica ufficiale Gfk Album, considerando anche i download e non solo le vendite del prodotto fisico, questo per dare un segnale importante alle tendenze del mercato.
Cresce il download, crescono anche i ricavi basati sulla pubblicità, ovvero YouTube che, secondo gli ultimi dati Deloitte, sono aumentati del 39%. Molto è ancora da fare, l’Italia, che si è sempre collocata come mercato discografico nei primi 10 Paesi al mondo (nel fisico è l’ottavo mercato), per il digitale si colloca solo al 16° posto.