Stati Uniti
Nove grandi web company, tra le quali Facebook, Google, Twitter e Yahoo!, hanno fatto fronte comune per opporsi alla proposta di legge contro la pirateria, depositato al Congresso USA.
In una lettera congiunta, firmata anche da AOL, eBay, LinkedIn, Mozilla, e Zynga, le società sostengono di condividere gli obiettivi del progetto di legge: “fornire ulteriori strumenti per lottare contro i siti internet stranieri” che delinquono e sono dediti “alla contraffazione o violazione della proprietà intellettuale”.
Tuttavia, spiegano gli OTT, il testo così come formulato esporrebbe alcune aziende americane del settore di internet e delle tecnologie, rispettose delle leggi, a nuovi rischi (…) che richiedono il costante monitoraggio dei siti web.
“Temiamo – si legge nella lettera – che queste misure rappresentino un grave pericolo per l’innovazione e la creazione di posti di lavoro nel nostro settore e per la cyber-sicurezza del Paese”.
La legge in questione darebbe maggiori poteri alle Autorità americane per lottare contro quei siti accusati di pirateria di musica e video e di vendere beni contraffatti.
Ogni anno il furto di contenuti costa all’economia americana più di 370 mila posti di lavoro, 16 miliardi di dollari di mancati guadagni e 3 miliardi di entrate fiscali allo stato e alle amministrazioni locali.
Le nuove disposizioni sono sostenute dall’industria del cinema e della musica, ma sono già state denunciate dalle associazioni di difesa della libertà d’espressione.
Nel corso dello scorso anno, l’amministrazione Obama è già stata criticata per aver oscurato decine di siti. Nel novembre 2010, per esempio, sono stati chiusi 82 siti che vendevano prodotti contraffatti, tra cui mazze da golf, film della Disney, borse, la maggior parte prodotti in Cina.