Throttling: sempre più operatori ‘strozzano’ la banda. I risultati dell’operazione ‘Glasnost’

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In base agli ultimi risultati, basati su 121.247 test eseguiti da gennaio a ottobre, il throttling è usato dovunque nel mondo. I dati sull’uso del software Glasnost fanno luce sulla portata delle effettive limitazioni esercitate sulle reti.

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Quando la nostra pagina internet preferita non si carica, o un video viene riprodotto a scatti o si blocca, di chi è la colpa? Dell’operatore, del sito web, del pc o del computer, o è solo il segno che internet sta collassando?

Diversi fattori influenzano la qualità delle connessioni internet, ma spesso – nei casi citati sopra – c’è lo zampino dell’operatore telefonico che rallenta selettivamente le velocità della banda larga per mantenere i flussi di traffico sulla rete, utilizzando una tecnica nota come throttling (strozzatura).

 

Krishna Gummadi, responsabile del Networked Systems Research Group del Max Planck Institute for Software Systems in Germania, nel 2008 ha sviluppato un contatore gratuito in grado di determinare se un servizio broadband viene ‘strozzato’ dall’operatore. Il software, battezzato Glasnost (dal termine russo ‘apertura’) è stato scaricato e usato da 1,5 milioni di persone in tutto il mondo.

 

Glasnost imita il trasferimento dei dati utilizzando il protocollo di condivisione file Bit Torrent e quindi rileva se gli operatori di rete fissa stiano rallentando l’upload o il download.

In base agli ultimi risultati, basati su 121.247 test eseguiti da gennaio a ottobre, il throttling è usato dovunque nel mondo. Anche se i risultati per ciascun operatore possono non essere rappresentativi, per diverse ragioni, i dati sull’uso di Glasnost fanno luce sulla portata delle effettive limitazioni esercitate sulle reti broadband da parte degli operatori, che sono estremamente riluttanti a parlare di questa pratica e si limitano soltanto a confermare il loro utilizzo nei contratti coi clienti.

In Europa, il throttling è molto diffuso nel Regno Unito: il 74% dei test effettuati sulla rete di BT hanno evidenziato dei rallentamenti e le limitazioni hanno superato il 50% per sei altri operatori: NTL, Opal Telecom, Telewest Broadband, Carphone Warehouse Broadband Service, Tiscali U.K. e Pipex.

Meno comune la pratica in Francia dove i testo positivi all’uso del throttling non hanno superato il 21% tra i servizi di Orange, Neuf Cegetel, Numericable e Proxad. Ancora più raro l’uso delle limitazioni in Germania, utilizzate in percentuali inferiori al 16% con l’unica eccezione del principale operatore Tv via cavo Kabel Deutschland, che è risultato positivo ai test nel 44% dei 393 test effettuati.

 

Gli ex monopolisti europei come la spagnola Telefonica, Telecom Italia, l’olandese KPN, la svedese Telia o Belgacom usano meno intensivamente le strozzature forse perché non ne hanno bisogno disponendo di reti  molto estese.

Il livello di utilizzo si attesta al 19% per Telefónica e Telecom Italia, al 18% per KPN, al 14% per Telia e al 13% per Belgacom.

Negli Usa, gli utilizzatori più intensivi del throttling sono gli operatori via cavo, anche se pure quelli tlc non disdegnano la pratica.

 

E per il futuro, ha spiegato Marcel Dischinger – che con Gummadi ha sviluppato Glasnost – l’uso del throttling non potrà che aumentare, principalmente da parte degli operatori mobili, che dispongono di meno capacità di rete, ma anche da parte di quelli fissi, che stanno iniziando a proporre servizi ultrbroadband.

“Con le attuali infrastrutture – ha sottolineato Dischinger – non vedo come gli operatori possano continuare a supportare la navigazione senza limiti nel lungo periodo senza aumentare gli investimenti”.

 

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