Stati Uniti
Il Senato degli Stati Uniti ha respinto ieri la risoluzione atta a colpire il principio della Net Neutrality, vale a dire l’accesso di tutti alla rete, alle stesse condizioni e senza discriminazioni. La proposta, sostenuta dal Partito Repubblicano, è stata respinta con 52 voti, 46 erano i favorevoli, mentre ad aprile era invece passata alla Camera dei Rappresentanti.
Martedì un comunicato della Casa Bianca aveva avvertito i senatori che il presidente Barack Obama avrebbe opposto il proprio veto se la risoluzione fosse stata approvata, perché “comprometterebbe una parte fondamentale” della politica americana in materia di nuove tecnologie (Leggi Articolo Key4biz).
Il testo in questione avrebbe bloccato le regole destinate a preservare la neutralità di internet, approvate lo scorso dicembre dalla Federal Communications Commission (FCC), che dovrebbero entrare in vigore dal prossimo 20 novembre.
I Repubblicani ritengono che queste misure siano abusive e mettano un freno agli investimenti e alla libera concorrenza.
La senatrice repubblicana Kay Bailey Hutchinson ha commentato che “Una maggiore regolamentazione della rete fermerà gli investimenti, la creatività e metterà le nostre aziende e i nostri provider in una posizione di svantaggio competitivo rispetto all’Europa e altri Paesi” che non hanno disciplinato eccessivamente la rete.
Le regole adottate dalla FCC sono, però, state concepite con l’intento di evitare che gli internet service provider possano produrre discriminazioni, fornendo per esempio i propri contenuti su una banda più veloce rispetto a quella offerta ai propri competitor.
Più precisamente, un internet service provider che è anche un operatore via cavo o fornitore di IPTV può, difatti, assicurarsi che i propri servizi audiovisivi siano disponibili anche online allo stesso livello di qualità, escludendo così i competitor o fornendogli una bassa qualità di trasmissione (Leggi Articolo Key4biz).
Garantire banda passante o un accesso prioritario sono prestazioni a pagamento che mettono incontestabilmente gli ISP in posizione di forza. Queste disposizioni cercano di trovare un equilibrio tra la domande dei consumatori di poter avere accesso a una rete libera e gratuita e quelle degli operatori tlc e del cavo, che negli Stati Uniti sono i principali fornitori di accesso web.
“Gli Stati Uniti sono i leader mondiali per quel che riguarda lo sviluppo delle applicazioni e dei servizi internet“, ha sottolineato la presidenza americana. Una posizione guadagnata soprattutto grazie a una rete libera che “permette alle aziende di produrre nuovi servizi senza timore di discriminazioni arbitrarie da parte dei fornitori d’accesso”.
L’adozione di questa risoluzione, concludeva la Casa Bianca, minaccerebbe “il cuore della stessa innovazione” su internet, ma anche “lo spirito democratico che ha fatto della rete una forza di progresso sociale nel mondo”.