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Google continuerà a offrire supporto ai produttori di dispositivi Android coinvolti in cause legali per violazione di brevetto. Lo ha affermato il presidente di Google Eric Schmidt da Taipei, dove ha cercato di rassicurare i partner prima affermando che Motorola non avrà alcun trattamento di favore, anche dopo il completamento dell’acquisizione della divisione Mobility (Leggi articolo Key4biz) poi garantendo il supporto alle società portate in tribunale da Apple.
“Abbiamo detto ai partner, anche qui a Taiwan, che li sosterremo, come stiamo facendo con HTC, perché pensiamo che Apple non stia agendo correttamente”, ha detto Schmidt.
HTC, il secondo produttore asiatico di telefonini, è stata accusata da Apple di usare illecitamente venti suoi brevetti.
A settembre, Google è entrato in gioco cedendo a HTC nove brevetti così da consentire alla società di portare avanti nuove rivendicazioni di infrazione nei confronti di Apple e di fare causa al produttore dell’iPhone e di sporgere una denuncia presso la International Trade Commission, relativa alla violazione dei brevetti ottenuti da Google.
Secondo i record dello US Patent and Trademark Office, Google aveva preso possesso dei brevetti – quattro di Motorola, tre di Openwave Systems e due di Palm – meno di un anno fa e il 29 agosto li ha venduti ad HTC.
Il supporto, oltre all’accesso ai brevetti, consisterà anche nell’accesso alle informazioni e al know how industriale di Google.
La visita di Schmidt a Taiwan – dove hanno sede la maggior parte dei fornitori di componenti di Google – arriva in un momento delicato per il popolare sistema operativo mobile Android: molti produttori asiatici si stanno infatti preparando al lancio dei dispositivi basati su Windows Phone, così da diversificare la loro offerte ed essere meno dipendenti da Google.
Il tour asiatico di Schmidt ha toccato anche la Cina, il Paese che più ha creato problemi a Google. La società ha chiuso il servizio Google.cn lo scorso anno e ha iniziato a dirottare il traffico sui server di Hong Kong per evitare la censura del governo. A Giugno di quest’anno, Google ha accusato la Cina di aver attaccato il servizio Gmail (leggi articolo Key4biz).
Schmidt ha comunque dichiarato che Google “ha ancora un business redditizio in Cina”.