Mediaset: giornate nere. Un governo tecnico per salvare il Biscione?

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Secondo alcune indiscrezioni, dall’azienda si sta chiedendo l’uscita di Silvio Berlusconi dalla politica prima che sia troppo tardi.

Italia


Fedele Confalonieri

L’incertezza sul futuro dell’Italia e del premier Silvio Berlusconi pesa come un macigno sulle sorti di Mediaset che ieri ha registrato un -12% a Piazza Affari.

“E’ evidente che quello che chiedono il mercato e l’Europa è un governo di transizione – ha commentato a La Stampa Ennio Doris, amico e socio di Berlusconi in Mediolanumcon un presidente del Consiglio che abbia un grande prestigio sul mercato” e “non sia né di centrodestra né di centrosinistra. Secondo me, e me lo auguro, questo dovrebbe essere lo sbocco di questa crisi”.

 

Un chiaro messaggio che un governo tecnico consentirebbe la salvezza della media company.

Secondo indiscrezioni, pare che ieri il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri si sia recato a palazzo Grazioli. Al centro del colloquio, durato circa un’ora, sicuramente il mercato e le conseguenze politiche che si stanno ripercuotendo sulle società della famiglia Berlusconi.

 

Ieri è stata una giornata negativa non solo per Mediaset, ma anche per Mediolanum (-4,8%) che proprio in giornata ha annunciato utili in calo del 60% e per Mondadori (-2,93%)

In una sola seduta, Mediaset ha perso 350 milioni di capitalizzazione. Se ci si aggiunge il calo della vigilia si arriva a 450 milioni.

Da inizio anno il titolo Mediaset ha perso oltre il 50%, il doppio degli indici di piazza Affari, e proprio martedì ha annunciato che i risultati 2011 saranno peggiori di quelli del 2010.

Situazione che potrebbe ulteriormente peggiorare senza più l’ombrello della politica.

Francesco Manacorda su La Stampa conclude sostenendo che adesso “un governo tecnico inviso al Berlusconi politico potrà dare una mano al Berlusconi imprenditore”.

 

Intanto stamani il Presidente Giorgio Napolitano, sull’ipotesi di un governo tecnico guidato dall’ex commissario europeo Mario Monti, ha commentato: “L’Europa attende segnali e noi saremo all’altezza delle aspettative”. Sulla candidatura c’è l’ok del Pdl. Gianfranco Fini di lui dice che “è la persona giusta“, mentre Antonio Di Pietro boccia l’eventualità di un esecutivo di transizione e avverte: “Si vada al voto“. Roberto Maroni: “La Lega con Monti va all’opposizione”.

“Sì a un governo Monti ma di larghe intese con un programma e un’alleanza politica chiara e forte ma no a ribaltoni, cioè governi a maggioranza ristretta e senza un impegno forte del Pdl”, è la posizione del leader Pd Pier Luigi Bersani.

 

Domani il neo senatore a vita Monti debutterà in Senato. Sarà in Aula durante il voto sulla Legge di Stabilità a partire dalle 10.30.

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