Tariffe di terminazione. Operatori mobili alla Camera: mercato competitivo, servono adeguamenti sostenibili per far fronte agli investimenti

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Per Marco Patuano (Telecom Italia) ‘Eventuali adeguamenti non intaccheranno gli investimenti. Per Romano Righetti (Wind), serve una decisione ‘sostenibile’, mentre Paolo Bertoluzzo (Vodafone) chiede che il calo annuo sia pari al massimo al 20-25%.

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Marco Patuano

L’adeguamento delle tariffe di terminazione mobile è stato al centro di una serie di incontri informali presso la IX Commissione trasporti della Camera.

I rappresentanti di Telecom Italia, Vodafone, Wind H3G hanno espresso il loro punto di vista al presidente Mario Valducci, dopo che ieri è invece saltata l’audizione col presidente Agcom Corrado Calabrò.

Per l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, eventuali decisioni dell’Agcom sulle tariffe di terminazione mobile non avranno ripercussioni sui piani di investimento della società, che non si pone “in maniera pregiudiziale su un adeguamento” dei prezzi della terminazione. 

“Noi non facciamo barricate alla posizione della Commissione europea. La competenza è in capo all’Authority”, ha affermato Patuano sottolineando che bisogna tener presente il fatto che “in Italia non ci sono nuovi entranti da almeno dieci anni nel mercato, laddove tutti hanno fatto la loro parte nell’asta per le frequenze. Né il mercato può dirsi scarsamente competitivo”.


Per Romano Righetti vicedirettore generale di Wind, la decisione sui costi della terminazione mobile è importante è può, quindi, “produrre effetti importanti”. “La riduzione dei costi non comporta benefici per i consumatori”, ma può, invece “condizionare gli investimenti da realizzarsi dopo l’asta sulle frequenze”, ha ribadito Righetti (Leggi articolo Key4biz).

Serve pertanto, ha sottolineato, “una decisione che sia sostenibile e non determini un collasso con un taglio drastico di 4 centesimi”.

I 4 centesimi, come ha notato stamani sul Corriere della Sera Massimo Sideri, vanno infatti considerati ‘al minuto’ e, moltiplicati per il giro di affari delle telecomunicazioni, spiega Sideri, “il risultato è di diverse decine di milioni che in un mercato di vacche magre come questo non sono spiccioli”.

Righetti ha quindi ricordato il prossimo anno sarà di cruciale importanza per gli operatori che hanno partecipato all’asta delle frequenze (Wind ha già effettuato la prima tranche di pagamento, pari a 682 milioni di euro, in relazione alle frequenze di 800MHz e 2600MHz acquistate nell’ambito della gara del dividendo digitale): le società dovranno infatti proseguire con i necessari investimenti, così da essere pronti quando le frequenze saranno a loro disposizione.

Per Wind, infine, non ha più ragione di esistere l’asimmetria riconosciuta ad H3G, “che è entrata nel mercato già otto anni fa”.


Anche secondo l’amministratore delegato di Vodafone Paolo Bertoluzzo, è errato e strumentale affermale che il taglio delle tariffe di terminazione implica un risparmio per i consumatori: è essenziale pertanto procedere con gradualità e nella consapevolezza “che il settore della telefonia mobile in Italia funziona molto bene e che il mercato sta andando male, con un calo del fatturato stimato del 4-5% su base annua”.

Il prossimo taglio dei prezzi della terminazione non potrà avvenire a gennaio, visto a luglio è già stata data una sforbiciata del 20%, ma “almeno a luglio 2012”, ha detto Bertoluzzo, secondo cui un calo del 20-25% annuo è il massimo che il settore possa accettare.

“L’orizzonte temporale di riduzione delle tariffe di terminazione al 2015 può essere gestito”, ha affermato, sottolineando però che “il punto di arrivo deve essere 1,7 cent/minuto”, includendo quindi il valore delle frequenze. È essenziale infatti tenere conto, ha ricordato ancora Bertoluzzo, che in un momento di forte crisi economica per l’Italia, il settore delle tlc ha investito 4 miliardi di euro per le frequenze e “si è impegnato ad ulteriori investimenti per 6-8 miliardi per la banda larga mobile”.

Anche Bertoluzzo, quindi, sostiene che non vi sia più necessità di mantenere tariffe asimmetriche tra i diversi operatori, mentre sul progetto Metroweb (leggi articolo Key4biz) ha affermato: “Vogliamo vedere il piano perché se è quello che leggiamo sui giornali sarebbe legittimo per un’azienda privata, ma incompatibile con la prospettiva di essere una piattaforma infrastrutturale per il Paese”.

 

La terminazione indica le tariffe all’ingrosso che i gestori si praticano vicendevolmente per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi al consumo. L’Agcom, come sollecitato dalla Commissione europea, ha individuato il nuovo percorso di riduzione tariffaria (glide path) che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012 e riguarderà il periodo 2012-2015. Per i tre principali operatori (Telecom Italia, Vodafone e Wind)  le tariffe proposte sono: 4,1 centesimi (di euro al minuto) per il 2012; 2,6 centesimi per il 2013; 1,6 centesimi per il 2014 ed infine 0,98 centesimi per il 2015. Per H3G, ultimo operatore entrato sul mercato, in ragione della tuttora permanente asimmetria nella dotazione di frequenze, l’Autorità considera che per il prossimo biennio sia ancora giustificata una moderata asimmetria tariffaria, rispetto ai concorrenti. Dal 2014, è previsto invece il raggiungimento della piena simmetria tariffaria tra tutti e quattro gli operatori. Le tariffe proposte per H3G sono: 5,1 centesimi per il 2012, 3,4 centesimi per il 2013, 1,6 centesimi per il 2014 e 0,98 centesimi per il 2015.

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