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Tariffe di terminazione? Cambiano le prospettive delle aziende. Intervista a Bianca Maria Martinelli (Vodafone Italia)

Italia


Terminazioni mobili nella bufera, tra i si e i no alla riduzione delle tariffe. Non parliamo dei prezzi applicati ai consumatori, bensì delle tariffe all’ingrosso che si pagano tra operatori di telecomunicazioni, quando la chiamata, originata da un determinato operatore di rete fissa o mobile, viene consegnata alla rete di un operatore mobile.   

 

L’Autorità’ per le Garanzie nelle Comunicazioni si accinge ad adottare il provvedimento finale che disciplinerà nel periodo 2012-2015 il livello delle teminazioni mobili.

Si tratta quindi di un argomento scottante, capace da solo di alterare, anche in modo significativo, i fatturati degli operatori di telecomunicazioni (senza assicurare peraltro benefici ai consumatori) e che proprio per questo sta mobilitando imprese, istituzioni, rappresentanti della politica.

 

L’orientamento dell’AgCom è quello di imporre agli operatori mobili (TIM, Vodafone, Wind e H3G) l’adozione, con largo anticipo, di un nuovo percorso di riduzione delle tariffe, già a partire da gennaio 2012, accelerando il calendario di riduzioni pluriennale precedentemente adottato e attualmente vigente.

In sostanza con questo nuovo calendario verrebbe anticipata e resa piu’ incisiva la discesa delle tariffe, creando, secondo alcuni, un corretto allineamento alle pressioni esercitate dalla Commissione Europea sull’AgCom, secondo altri, una lacerazione dei piani di investimento già programmati, con danni concreti nella pianificazione degli investimenti delle imprese colpite.

Prima dell’estate era stata la Commissione Europea a sollecitare l’AgCom alla revisione del calendario e ad essa seguì l’azione di due parlamentari europei di centro sinistra, l’italiano Francesco De Angelis e la tedesca Barbara Weiler, che presentarono un’interrogazione a Strasburgo sui perché della ingiustificata, secondo loro, persistenza di tariffe di terminazione asimmetriche in Italia.

La vicenda ha poi registrato altri passi rilevanti di segno opposto e da numerose tappe che non hanno mancato di sollecitare prese di posizione da parte di alcuni operatori di telecomunicazioni e, su tutti, le richieste di parlamentari nazionali di ambedue gli schieramenti di maggioranza e opposizione, che hanno chiesto a gran voce all’AgCom di non procedere con le modifiche annunciate, lasciando intatto il calendario originariamente fissato, nonostante le sollecitazioni della Commissione europea.

 

La prima uscita è stata quella di sei parlamentari del Pdl (Giorgio Stracquadanio, Giorgio Lainati, Isabella Bertolini, Amato Berardi, Gabriella Giammanco, Michele Traversa) che il 30 ottobre scrivono al Presidente dell’AGCOM, Corrado Calabrò,   esprimendo le loro: “…preoccupazioni rispetto alla recente delibera AGCOM, avente ad oggetto il mercato delle tariffe di terminazione, che risulterebbe un’ulteriore forma di richiesta di investimento anticipata, considerato che l’analisi di revisione in corso comporterebbe la necessità per gli operatori di adattarsi con netto anticipo al nuovo percorso tariffario volto a ridurre il costo di ingresso per il transito delle telefonate sulla rete di un altro operatore mobile già a partire dal gennaio 2012″, e invitando l’AgCom a “…a rivalutare quanto proposto, poiché si rileva che tale decisione non permetterebbe agli operatori di ridefinire in tempi brevi i piani di investimenti già programmati e soprattutto non permetterebbe di sopperire ai costi dei piani già avviati, si invita inoltre a tenere inalterato il piano tariffario fino a luglio 2012, secondo quanto già stabilito nella precedente delibera del 2008 mantenendo il periodo temporale di riferimento 2012-15 con riduzione annue più graduali rispetto a quelle proposte.….”

 

E ad essa è seguita un’analoga presa di posizione un gruppo di parlamentari del PD che ha scritto lo scorso 10 ottobre una lettera all’AgCom con la richiesta di riconsiderare quanto proposto dal provvedimento.

I firmatari dell’appello (Francesco Boccia, Paola De Micheli, Stefano Graziano, Andrea Lulli, Fabrizio Morri, Francesco Sanna, Marco Stradiotto, Guglielmo Vaccaro e Luigi Vimercati) invitano nella missiva l’Autorità a mantenere inalteratoil piano dei prezzi già previsto fino a luglio 2012, confermando il 2012-2015 quale arco temporale di riferimento e prevedendo riduzioni annue più graduali rispetto a quelle proposte. L’intento della lettera inviata all’AGCOM è di evitare gli effetti negativi che un’anticipazione repentina del percorso di riduzione dei prezzi di terminazione produrrebbe sia nell’industria del mobile, che per i consumatori finali.

 

E’ quindi argomento caldo e su questo abbiamo sentito l’opinione di Bianca Maria Martinelli, Direttore Affari Pubblici e Legali e Consigliere di Amministrazione di Vodafone Italia. Ecco di seguito la conversazione che abbiamo registrato.

 

 

K4B.  Siete il più importante operatore mobile e siete presenti nelle operazioni di rete fissa da circa 4 anni.  Il tema delle tariffe di terminazioni mobili è per voi cruciale e l’impressione è che siate mobilitati…

 

Martinelli.  La mobilitazione mi sembra sia molto estesa perché il tema è cruciale non solo per noi ma, più in generale, per lo sviluppo delle reti a larga banda mobile che sono la garanzia in Italia per accelerare la diffusione di internet ovunque e per tutti, superando così il digital divide nel nostro Paese.

 

 

K4B.  Il tema rischia di diventare il punto di scontro dell’industria in queste settimane, c’è un punto di vista contrapposto tra servizi fissi e mobili?

 

Martinelli.   Come è noto, le tariffe di terminazione rappresentano una delle componenti di maggiore rilevanza nella regolazione dei rapporti economici tra operatori fissi e mobili, e per questo sono sottoposte ad un rigoroso processo di definizione da parte delle Autorita’ di regolamentazione. Oggi gli operatori fissi auspicano una repentina riduzione di queste tariffe al fine di conseguire un immediato miglioramento della propria profittabilità. Gli operatori mobili ritengono che la prospettata riduzione delle tariffe di terminazione comprometta la loro capacita’ d’investimento, quando hanno appena investito 4 miliardi di euro per acquisire le frequenze necessarie per lo sviluppo dei servizi di quarta generazione e dovranno garantirne altrettanti per realizzare le reti wireless in tutto il territorio nazionale anche laddove i ritorni sono incerti. Oltre a ciò, bisogna considerare che gli operatori mobili operano in un contesto competitivo che trasferisce i più alti benefici ai consumatori, rispetto ai principali Paesi Europei, in cui si evidenzia una riduzione dei prezzi  dei servizi mobili anno su anno del 24%.

 

 

K4B.   Cosa vuol dire, che da Paese dei primati nella telefonia mobile rischiamo di retrocedere a posizioni di media classifica?

 

Martinelli. Una riduzione accelerata delle terminazioni rischia oggi di interrompere il percorso virtuoso sino a oggi registrato nel settore mobile italiano. Intendo riferirmi a quei risultati positivi che si sono concretizzati in Italia proprio in virtù di una lungimirante visione dell’Autorità che ha saputo bilanciare benefici di breve termine per i consumatori, vigilando e stimolando la dinamica concorrenziale nel settore mobile, con i benefici di lungo periodo per il Paese incentivando gli investimenti privati per consentire il progredire delle reti dicomunicazione mobile, oggi all’avanguardia nel mondo.

 

 

K4B.  Tutti sembrano fare riferimento ai consumatori e dicono di parlare a loro nome…

 

Martinelli.   I consumatori italiani godono già oggi di alta qualità nei servizi e prezzi nei servizi mobili tra i più bassi in Europa, proprio per effetto di quelle politiche virtuose cui prima accennavo. Semmai, un intervento radicale, più che portare benefici alla clientela, metterebbe a rischio proprio i vantaggi in termini di efficienza e competizione che hanno da sempre caratterizzato il mercato mobile italiano, e che hanno portato a quella qualità dei servizi e quella forte riduzione dei prezzi al consumo cui accennavo prima. Anche guardando alla regressione dei ricavi del settore mobile (- 2/3% all’anno) ed alle minacce di cannibalizzazione dei servizi tradizionali da parte degli operatori Over-The-Top, potrebbe concretizzarsi il cosiddetto “water bed effect” eliminando dal mercato offerte particolarmente vantaggiose per i consumatori, soprattutto per quelli marginali che hanno minore capacità di spesa.  Occorre ricordare che in Italia ogni anno oltre 5 milioni di clienti cambiano operatore proprio per avvantaggiarsi di offerte, spesso promozionali, che garantiscono una elevatissima convenienza nel consumo di servizi di comunicazione mobile.

 

 

K4B.  Facciamo un passo indietro: che percorso prevede AgCom con la nuova roadmap sui prezzi di terminazione?

 

Martinelli.   La proposta in consultazione prevede innanzitutto una prima riduzione a gennaio 2012, anziché a luglio 2012, come già stabilito nella decisione AgCom del 2008, comportando in soli 6 mesi due riduzioni delle terminazioni. A luglio 2011 vi è gia stata una riduzione del 20%. Secondariamente, riapre l’asimmetria riconosciuta ad H3G.

 

 

K4B.   Di cosa o meglio di quanto parliamo?

 

Martinelli.   Secondo la proposta AgCom, dai 5,3 centesimi di euro/minuto del luglio 2011, si passerebbe a 4,1 centesimi (gennaio 2012), poi a 2,6 centesimi (gennaio 2013), quindi a 1,6 centesimi (gennaio 2014), infine a 0, 98 centesimi (gennaio (2015), con la sola H3G cha passerebbe da 6,3 centesimi del luglio 2011 a 5,1 centesimi (gennaio 2012), per poi scendere a 3,4 centesimi (gennaio 2013) quindi a 1,6 centesimi (gennaio 2014), infine a 0,98 centesimi (gennaio 2015), allineandosi agli altri operatori soltanto negli ultimi due valori.

 

 

K4B.    Immagino che i punti forti della vostra opposizione alle proposte AgCom riguardino solo in parte il disallineamento di H3G.

 

Martinelli.  Che rimane pur sempre elemento difficilmente giustificabile, come peraltro sottolineato anche dalla Commissione Europea. La proposta di decisione in termini economici, produrrebbe sull’intero periodo considerato, che va dal 2012 al 2015, una riduzione dei ricavi per il settore di circa 2,6 miliardi di euro

 

 

K4B.  Si tratta di un importo non indifferente, a favore di chi?

 

Martinelli.  Gran parte delle risorse sottratte sono trasferite agli operatori fissi, senza, va precisato, che questi abbiano alcun obbligo di trasferire tale beneficio sui clienti finali. Come peraltro dimostra l’andamento dei prezzi fisso-mobile degli ultimi anni.

 

 

K4B.   Ci spieghi…

 

Martinelli.  E’ molto semplice, negli anni tra il 2005 e il 2010, mentre le terminazioni mobili hanno subito una riduzione di circa il 50%, i prezzi fisso-mobile si sono mantenuti sostanzialmente stabili e ciò dimostra come le riduzioni delle terminazioni mobili si siano quasi interamente tradotte in maggiori margini per gli operatori fissi, e non in benefici per i clienti.

 

 

K4B. Eppure qualcuno sostiene il contrario, per esempio le associazioni dei consumatori…

 

Martinelli.  Anche tra le associazioni di consumatori si sta registrando in questi giorni un più elevato grado di consapevolezza su questo tema ed un orientamento volto a comprendere come realmente le riduzioni delle terminazioni mobili possano tradursi in un reale beneficio per i consumatori di telefonia fissa.

 

 

K4B.   Allora torniamo agli operatori…

 

Martinelli.  L’unico operatore che formalmente aveva l’obbligo di trasferire ai consumatori il beneficio derivante dalla riduzione delle terminazioni mobili era Telecom Italia. Tale obbligo nel 2010 è stato revocato dall’AgCom e adesso anche Telecom Italia ha la facoltà di mantenere il beneficio della riduzione delle terminazioni al proprio interno. Facoltà che Telecom Italia, come gli altri operatori fissi, ha esercitato.  A luglio di quest’anno a fronte di una riduzione del 20% delle terminazioni mobili, non vi è stata alcuna variazione dei prezzi fisso-mobile.

 

 

K4B.   Questo vuol dire che Telecom Italia è di fatto beneficiaria delle decisioni AgCom?

 

Martinelli.  Il problema non è Telecom Italia. Il trasferimento di risorse dalla telefonia mobile alla telefonia fissa realizzato nel periodo 2008-2010 e’ stato di quasi 1 miliardo di euro e sulla base della proposta AGCOM si stima che nei prossimi 4 anni gli operatori fissi potranno beneficiare di altrettante risorse.

Appare paradossale che nel dibattito europeo e nazionale, gli incumbent, per assicurare la realizzazione delle nuove reti in fibra, chiedano innalzamenti consistenti delle condizioni economiche di accesso delle reti in rame, già pienamente ammortizzate.  Allo stesso tempo, agli operatori mobili – che hanno appena investito 4 miliardi per le frequenze, e pianificato la realizzazione delle reti inclusa la copertura del Digital Divide – si impone una ulteriore  riduzione dell’80% delle terminazioni mobili nei prossimi 4 anni.

 

 

K4B.   Come la vede?

 

Martinelli.  Il percorso auspicato è quello di una riduzione progressiva delle tariffe di terminazione che consenta al settore della telefonia mobile di continuare a investire contribuendo concretamente allo sviluppo e all’innovazione del Paese.

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