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eHealth: allergie, la malattia del 21° secolo. Nasce allergie.pazienti.org per aiutare chi ne soffre a trovare soluzioni efficaci

Italia


Entro il 2025 più del 50% della popolazione sarà affetta da patologie allergiche, in particolare i bambini (secondo stime EAACI – European Academy of Allergy and Clinical Immunology). Già adesso a soffrirne sono 15mln di italiani, che fanno delle allergie la 4a malattia cronica più diffusa nel nostro Paese. E non si tratta solo di una patologia primaverile, essendo in crescita le cosiddette allergie perenni (acari della polvere, allergeni degli insetti e animali, allergeni occupazionali e da contatto).

 

Per affiancare i pazienti allergici a trovare risposte efficaci ai loro problemi prende il via il progetto Allergia.Pazienti.org, frutto della collaborazione AAITO (Associazione Allergologi ed Immunologi Territoriali Ospedalieri), Pazienti.org (il primo social network italiano di confronto medico-paziente) e HAL Allergy Italia. Grazie all’innovativa piattaforma Web 2.0 i pazienti potranno entrare in contatto con il Centro allergologico più vicino all’interno di una mappa di 50 centri AAITO distribuiti su tutto il territorio nazionale, cercando tutte le informazioni e le soluzioni di cui hanno bisogno.

 

“Vogliamo aiutare – spiega Linnea Passaler, fondatrice del portale – i pazienti allergici ad operare scelte più consapevoli per la propria salute, favorendo l’incontro fra la domanda e l’offerta, nonché un dialogo più aperto e costruttivo fra medico, paziente, strutture sanitarie e industria, come è nello spirito di Pazienti.org, in cui le opinioni e i contributi informativi di ogni soggetto aiutano gli altri a migliorarsi e a crescere attraverso uno strumento potente come il Web”.

 

Già adesso le allergie sono fra le 10 patologie più discusse su Facebook (fonte: Manhattan Research e-Pharma Consumer).

“Grazie alla collaborazione con AAITO e con Pazienti.org – aggiunge Carlo Signorini, amministratore delegato HAL Allergy Italia – intendiamo raccogliere l’appello lanciato lo scorso giugno a Istanbul dalla Società Europea di Allergologia per accrescere la consapevolezza sociale sulla rilevanza sanitaria delle patologie allergiche e sui benefici dell’immunoterapia specifica, a vantaggio di milioni di pazienti che al momento sono sotto-diagnosticati e sotto-trattati”.

 

L’aumento della prevalenza e dell’incidenza delle allergie – dichiara il prof. Floriano Bonifazi, direttore del Dipartimento di malattie immmuno-allergiche e respiratorie dell’Azienda Ospedaliera di Ancona e Presidente onorario AAITO – produce conseguenze significative sulla qualità della vita dei pazienti e sui sistemi sanitari, anche in termini di incremento dei costi. Eppure il nostro SSN non è pronto ad affrontare quella che ormai è diventata la Malattia del 21° secolo”.

 

Attualmente in Italia solo 8 Regioni (Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Marche, Puglia, Calabria) prevedono espressamente all’interno dei Piani Regionali linee di politica sanitaria in tema di allergopatie.

 

“Il risultato è che per quasi il 55% degli italiani – continua Floriano Bonifazi – non vengono previste azioni specifiche per le malattie allergiche. Inoltre sulla base degli standard europei e delle linee guida OMS, la presenza di uno specialista Allergologo dedicato full-time alle attività assistenziali deve essere prevista mediamente ogni 50.000 abitanti, mentre in Italia il rapporto servizi di allergologia-abitanti è di 1/106.000, con una notevole sperequazione regionale”.

 

In questo contesto la gestione del paziente allergico avviene con il coinvolgimento disorganico di diverse figure specialistiche e degli stessi medici di medicina generale. “La complessità delle manifestazioni immunoallergiche – sottolinea Bonifazi – richiede una professionalità specifica, come l’Allergologo, in grado di gestire con approccio multidisciplinare il paziente allergico e le opportunità terapeutiche di ultima generazione, quale l’immunoterapia specifica, che è in grado di curare le allergie alla radice, non fermandosi alla punta dell’iceberg come avviene invece con i farmaci sintomatici, i quali mettono ogni anno i pazienti di fronte agli stessi problemi”.

 

Secondo l’OMS l’immunoterapia è il trattamento causale standard delle allergie, in quanto mira a ridurre progressivamente l’ipersensibilità ad un determinato allergene nell’organo bersaglio (in pratica vengono somministrate piccole dosi della sostanza che provoca l’allergia così da indurre la tolleranza nell’organismo). Negli ultimi 10 anni l’efficacia dell’immunoterapia è stata dimostrata da centinaia di studi scientifici, secondo l’approccio tipico della Evidence Based Medicine.

 

“In particolare – spiega Bonifazi – in tema di allergopatie respiratorie, oltre agli effetti stagionali immediati, sono stati evidenziati i benefici dell’immunoterapia nel medio termine a 2/3 anni dall’inizio del trattamento e nel lungo periodo con la riduzione dei sintomi, della necessità di assumere altri farmaci e di successive ipersensibilità specifiche e non specifiche. A ciò si aggiungono gli effetti preventivi anche di lungo periodo nello sviluppo di nuove sensibilizzazioni allergiche e nella progressione di patologie già in atto, in particolare nei bambini con rinocongiutivite a rischio di sviluppare l’asma”.

 

Considerata la diversa risposta immunitaria specifica fra individuo e individuo, il principale vantaggio dell’immunoterapia – continua Signorini – consiste nella sua personalizzazione e flessibilità rispetto ai bisogni del paziente sia per quanto riguarda la via di somministrazione (sottocutanea o sublinguale) sia per quanto riguarda la gradazione del dosaggio ottimale, come mostra l’esperienza industriale HAL Allergy con centinaia di migliaia di pazienti, che in Italia e in Europa utilizzano le nostre terapie”.

 

I risultati terapeutici dell’immunoterapia hanno un impatto significativo anche sulla diminuzione dei costi sanitari associati alle allergie, ad esempio riducendo il consumo di farmaci sintomatici, che agiscono solo sui sintomi senza effetti preventivi o di medio/lungo termine. Secondo lo studio più recente di R.F. Lockey e C. Hankin (Allergy Clinical Immunology, 2011), la riduzione dei costi sanitari associati all’immunoterapia è pari all’80% a 3 anni dalla fine del trattamento.

 

“Se consideriamo – conclude Bonifazi – i bisogni emergenti dei pazienti allergici e i prevedibili sviluppi della domanda di salute sarà necessario adeguare presto anche le scelte di politica sanitaria in questo settore per potenziare i servizi di allergologia, avviare un’adeguata programmazione delle prestazioni diagnostico-terapeutiche omogenea su tutto il territorio nazionale e soprattutto attuare nuovi modelli organizzativi complessi per facilitare l’integrazione fra le diverse discipline specialistiche interessate alla gestione del paziente allergico. Se tutto questo non sarà fatto, assisteremo ad un peggioramento della condizione degli attuali e dei nuovi ammalati allergici, i quali non potranno beneficiare delle opportunità terapeutiche di ultima generazione”.

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