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Si chiude oggi a Milano la nona edizione dello IAB Forum, l’evento di riferimento sulla comunicazione digitale interattiva, che quest’anno lancia il concept “The new normal“: due aggettivi antitetici che esprimono la raggiunta maturità di internet e, al contempo, la sua continua innovazione.
Internet pervade ogni ambito della vita quotidiana: durante il tempo libero, nelle comunicazioni interpersonali e per il business aziendale utilizzare il web e i suoi strumenti è ormai la routine: le stime di IAB Italia prevedono, infatti, che nel 2012 l’advertising digitale diventerà il secondo mezzo più importante del settore, dopo la TV.
Gli utenti che accedono a internet sono 26,2 milioni, in crescita del 10,4% rispetto allo scorso anno, e ogni giorno 13 milioni di utenti sono attivi sul web. Nella rete gli italiani occupano il loro tempo con i social network (86% degli utenti), guardano video (71%), ascoltano musica (37%) e navigano in un sito di couponing (22% degli utenti, con una crescita annua del 122%) .
Nel proprio intervento-video, il presidente della Camera Gianfranco Fini (è la prima volta che una delle principali cariche dello Stato partecipa a un evento legato all’economia digitale) sottolinea la necessità che le istituzioni comprendano che lo sviluppo economico attraverso il digitale va ‘snodato’. Perché?
Intanto ha spiegato Fini perché il 2% del PIL è prodotto dall’internet economy e poi perché il 34% delle imprese attive online ha aumentato il numero degli occupati.
Per il presidente della Camera, necessario, quindi, che “le istituzioni rivolgano maggiore attenzione a ciò che si muove in rete, avviando una politica più strategica rispetto a quanto è stato fatto finora”.
Fini è consapevole che questo richiederà maggiori investimenti e spera che molto presto vengano nuovamente resi disponibili gli 800 milioni di euro previsti dalla legge 69 del 2009 a favore della banda larga bloccati da CIPE. Intanto perché “senza miglioramento infrastrutturale si rischia di non sfruttare appieno la possibilità di essere competitivi che la rete offre alle imprese”.
Fini pensa anche a “opportuni incentivi alle imprese virtuose“, a garantire “un credito di imposta a quelle che digitalizzano alcuni sistema di produzione o servizi“.
Il presidente ha anche auspicato che presto si possa discutere in Parlamento la proposta di diminuire l’IVA per i prodotti di carattere culturale commercializzati in rete.
Consapevole però che per far questo occorrerebbe anche una politica a favore dell’alfabetizzazione informatica.
Fini si è pure soffermato sull’importanza di portare avanti il processo di digitalizzazione della PA che, come dice uno Studio del Politecnico di Milano, garantirebbe risparmi per 40 miliardi di euro l’anno.
“Siamo in ritardo – ha concluso Fini – e spero che le istituzioni vogliano colmare il divario digitale rispetto ad altri paesi Ue che abbiamo acquisito negli ultimi tempi”.
Le aziende italiane, ha sottolineato IAB, hanno compreso appieno le potenzialità del mezzo online per dialogare con gli utenti e promuovere il proprio business in modo efficace. Lo dimostra la crescita dell’advertising online nel 2011, che registra il + 15% rispetto all’anno scorso. Il digital advertising raggiunge così un valore di 1,188 miliardi, pari al 14% del mercato pubblicitario complessivo, che conta invece un totale di 8,7 miliardi, in calo del 3% rispetto allo scorso anno.
E’ il display advertising ad essere lo strumento di comunicazione su internet preferito dalle aziende, con un valore di 455 milioni di euro (in crescita del 16% rispetto allo scorso anno), seguito dal search, che cresce del 18% e si attesta su un valore di 448 milioni di euro. Affiliate, directories e classified crescono invece del 10% per un valore totale di 239 milioni di euro.
Il mercato del digital advertising si è progressivamente consolidato raggiungendo la quota del miliardo già nel 2010, in un contesto economico particolarmente critico, facendo registrare un tasso di crescita superiore alla media europea (+19% per l’Italia vs il 15% dell’Europa).
Negli ultimi 5 anni l’investimento medio delle aziende in pubblicità sui media cartacei è diminuito del 27,7%, l’ investimento medio in TV ha registrato un calo dell’11,7% mentre quello sulla radio ha avuto una crescita del 9,3%. In tutti questi settori, inoltre, c’è stata una diminuzione del numero delle aziende che hanno investito. Al contrario, il digitale ha registrato il una crescita del 46,1%, ed è aumentato del 107% il numero di aziende che hanno investito in rete.
“Il mercato continua anche quest’anno la sua crescita a due cifre e la industry risponde con professionalità”, ha commentato Salvatore Ippolito, Presidente Vicario di IAB Italia. “Stiamo vedendo, inoltre, due trend di sviluppo molto significativi per l’evoluzione futura del digitale: l’aumento rilevante dell’utilizzo di internet da dispositivi mobili e la sempre più diffusa abitudine di vedere video sul web”.
“Viviamo nel migliore dei mondi possibili, fatto di comunità, connessioni e engagement” , ha dichiarato Arianna Huffington, President and Editor-in-Chief of AOL Huffington Post Media Group. “Nel momento in cui Internet giunge alla sua maturità, possiamo – e dobbiamo – sfruttare le sue potenzialità per raggiungere le nostre esigenze fondamentali: più fiducia, più autenticità e più saggezza”.
“La maturità di Internet è dimostrata anche dal successo dello scorse edizioni dello IAB Forum, che hanno visto la partecipazione massiva di aziende e utenti per un confronto sulle tematiche digitali“, ha continuato Salvatore Ippolito, Presidente Vicario di IAB. “Il concept su cui si basa quest’anno lo IAB Forum, the new normal sta a significare appunto che Internet ha ormai consolidato la sua importanza, ma è proprio in questo momento che la continua ricerca di novità e innovazioni è fondamentale.”
A Milano la Huffington è tornata a parlare del prossimo lancio in Italia del suo sito che aprirà “nella prima metà del 2012″.
“Stiamo dialogando con grandi gruppi editoriali. Metteremo a disposizione la nostra piattaforma, ma vogliamo che sia avviato da uno staff completamente italiano. Non posso fare nomi, stiamo facendo le trattative. Il modello è lo stesso applicato in Francia, dove abbiamo stretto una joint-venture con il quotidiano Le Monde”.
La Huffington è convinta “che il futuro dell’informazione sarà ibrido, convivranno carta stampata e online. Ma non c’è dubbio che il digitale dominerà il mondo delle news. La sfida è applicare il metodo di correttezza e ricerca della verità dell’informazione tradizionale con quella online”.
“Oggi ai siti di informazione il traffico arriva più dai social network che dai motori di ricerca“, ha continuato. Il primo insegnamento arriva da Facebook. “Dimostra le grandi potenzialità legate alle persone accomunate dagli stessi interessi. Quando è nato, l’Huffington Post aveva solo una sezione, oggi ne abbiamo una cinquantina. Gli utenti non trovano solo le notizie, ma possono anche partecipare”. E qui si arriva al secondo insegnamento del web 2.0: “Oggi il nostro entertaiment è l’epressione di noi stessi. Risponde a un bisogno primario”.
Sulla privacy la Huffington ha sottolinea: “Bisogna stare molto attenti a quello che mettiamo in rete, resta per sempre. Però la trasparenza ci renderà più concilianti. Diventerà sempre più difficile mostrarsi impeccabili e avremo sempre meno la tentazione di giudicare gli altri”.