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La musica digitale entra in chart: dal 14 ottobre le classifiche FIMI-Gfk includeranno anche gli album più scaricati dal web

Italia


Le vendite di musica digitale continuano a crescere e da venerdì prossimo saranno conteggiate nelle classifiche degli album più venduti insieme a quelle relative ai canali di vendita tradizionali (negozi, catene e supermercati). La ‘rivoluzione’ annunciata dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) era, del resto, inevitabile visto che le vendite di album online sono cresciute del 37% negli ultimi sei mesi e che complessivamente oggi, la musica liquida, rappresenta il 21% di tutto il mercato discografico italiano.

 

L’operazione di integrare le vendite digitali con le vendite fisiche, sarà anche accompagnata dalla nuova classifica dei singoli, rilasciata anch’essa da GfK per FIMI.

 

Secondo i dati Deloitte, il primo semestre 2011 mostra un fatturato totale digitale di 12,4 milioni di euro con una crescita del 10% rispetto al 2010.

In sei anni, il fatturato della musica digitale in Italia è passato da zero a 23 milioni di euro, una crescita del 10%, trainata in gran parte dal successo del download da internet, cresciuto del 14% rispetto al 2009. Nell’ultimo anno, i download sono stati oltre 12 milioni con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente, mentre i ricavi basati sulla pubblicità, ovvero YouTube, fanno registrare un + 39%.

 

La tendenza italiana è in linea con quella registrata nel resto del mondo: a livello globale, infatti, nel 2010 i ricavi derivanti dalla musica digitale sono stati pari a 4,6 miliardi di dollari, con una crescita del 6%.

Negli store digitali sono ormai disponibili oltre 13 milioni di tracce per un giro d’affari che in 6 anni è cresciuto del 1000%.

 

Dai canali digitali, le case discografiche ricavano il 29% delle entrate.

Negli Stati Uniti, il 16,5% degli utenti compra musica digitale. E nel 2009 le major hanno investito 5 miliardi di dollari per gli artisti.

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