Giappone
La Borsa non sembra aver gradito la notizia che Sony potrebbe acquistare la quota di Ericsson nella joint venture Sony Ericsson, che si occupa della produzione di telefonini. A fine seduta, ieri, il titolo del colosso giapponese dell’elettronica perdeva a Tokio il 3,1% a 1,4 yen, in controtendenza rispetto alla chiusura degli scambi a +1%.
La joint venture è stata fondata nel 2001 e nell’ultimo trimestre – chiuso on una perdita pari a 50 milioni di euro rispetto all’utile netto di 12 milioni registrato un anno prima – ha venduto 7,6 milioni di dispositivi mobili, in discesa del 31% su base annua e del 6% rispetto al trimestre precedente a causa delle limitazioni nella fornitura di componenti dovuta al sisma in Giappone. Il prezzo medio di vendita (ASP) è stato di 156 euro, in diminuzione del 3% rispetto all’anno scorso ma cresciuto dell’11% rispetto ai tre mesi precedenti.
La quota di mercato della joint venture non ha mai superato il 9% e attualmente si attesta, secondo Gartner, all’1,7% rispetto al 3% di un anno fa.
Secondo il Wall Street Journal, che per primo ha dato la notizia delle trattative tra le due società, la quota del 50% in mano a Ericsson varrebbe all’incirca 1,2-1,4 miliardi di euro. L’acquisizione, teme l’analista Hideki Yasuda, “potrebbe costituire un enorme onere finanziario per Sony”.
Il pieno controllo della JV permetterebbe a Sony di aggiungere gli smartphone Android al suo ‘parco’ device (il 70% del fatturato dell’ultimo trimestre è stato generato dagli smartphone basati sul sistema operativo Google) e lascerebbe Ericsson libero di concentrarsi sulla vendita di infrastrutture e servizi di trasmissione wireless.
Sony Ericsson produce già uno smartphone con tastiera slideout e funzioni simili alla console Sony Playstation.
Secondo l’analista Haakan Wranne di Swedbank Markets, “l’attuale assetto della joint venture non massimizza il potenziale della presenza e degli asset Sony e sta diluendo quella che poteva essere un’offerta di più alto profilo” per il gruppo giapponese.
Quando Sony Ericsson venne creata, nel 2001, le due società si diedero 5 anni di tempo per scalzare Nokia dalla prima posizione mondiale nella produzione di cellulari. Nokia, invece, resta leader in termini di unità vendute, mentre è stata superata da Apple e Samsung nel settore degli smartphone.
La società possiede tuttavia oltre 4 mila brevetti e ha partecipato – insieme ad altri big del calibro di Microsoft e Apple – all’acquisizione da 4,5 miliardi del portfolio di Nortel Networks.