Pubblicità: il product placement comincia a decollare nella Ue

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Secondo Screen Digest, nel 2015 la Francia avrà entrate per 72 mln di euro.

Unione Europea


Product Placement

Le entrate generate dal product placement stanno registrando una crescita costante nel Regno Unito, in Francia e Germania, secondo i dati dell’ultimo Report di Screen Digest.

A frenare lo sviluppo nei mercati Ue erano state precedentemente delle leggi molto rigide. Nel Regno Unito, in particolare, solo recentemente c’è stato un alleggerimento delle disposizioni normative.

Dal maggio 2011, il product placement è stato autorizzato quasi in ogni Paese Ue, a seguito dell’applicazione della Direttiva sui servizi media audiovisivi.

Per Screen Digest, questo porterà molti vantaggi ma tanti soprattutto intangibili e spiega che, molto più importanti della crescita delle revenue direttamente generate dal product placement, sono i nuovi business model che potranno essere sviluppati.

Si tratta tuttavia di modelli e catene di valore che devono ancora essere definiti nelle diverse regioni Ue.

 

Secondo i dati del Report, entro il 2015 il Regno Unito da solo registrerà entrate per 45 milioni di euro, molto superiori a 3 milioni del 2010.

In Francia, nello stesso periodo, si dovrebbe arrivare a 72 milioni di euro contro i 5 milioni del 2010. In Germania le entrate del product placement solo per i broadcaster (escludendo altri attori della catena di valore) avranno una forte impennata, arrivando nel 2015 a 49 milioni di euro dai 5 milioni del 2010.

 

Gli analisti avvertono, comunque, che nel breve termine le revenue del product placement nei maggiori mercati televisivi europei rappresenteranno solo una piccola parte del totale delle entrate della Tv. E anche nei prossimi cinque anni, il product placement non rappresenterà che una minuta percentuale del mercato pubblicitario televisivo totale.

 

Daniel Knapp, analista di Screen Digest, ha sottolineato che “sebbene il product placement sia usato da anni nelle produzioni televisive (solitamente mostrando i marchi delle automobili e dei computer), a trarne beneficio sono stati solo i produttori e non i broadcaster”.

“Oggi, grazie alle nuove norme Ue, c’è la reale possibilità di convertire parte di questa attività in nuovi accordi che consentiranno la condivisione delle revenue tra broadcaster e produttori e attireranno nuovi investimenti pubblicitari. Il product placement potrà avere un impatto positivo sulle entrate della pubblicità televisiva non convenzionale”.

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