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Cloud: le aziende italiane ancora preoccupate per la sicurezza. Il furto dei dati il rischio più temuto

Italia


Le aziende italiane sono combattute per quanto riguarda la sicurezza delle tecnologie di cloud computing. È quanto emerge dall’indagine Symantec 2011 State of Cloud Survey, secondo cui da un lato, l’83% degli intervistati si aspetta che il passaggio al cloud di fatto migliori la propria sicurezza, ma dall’altro, per il 78% di queste aziende raggiungere livelli di sicurezza adeguati per ambienti cloud è anche la maggiore fonte di preoccupazione.

Tra i rischi potenziali più temuti, il 56% ha citato i furti da parte di hacker e l’insider sharing;     il 55% l’utilizzo scorretto del cloud e il 51% il malware.

 

L’indagine – i cui risultati sono basati su 5.300 responsi provenienti da 38 Paesi in tutto il mondo – è stata condotta con un focus su diverse forme di cloud computing tra cui cloud pubblico e cloud privato, Software-as-a-Service, infrastruttura ibrida o Platform-as-Service, oltre a infrastrutture pubbliche o private. 

 

Dallo studio emerge quindi che sono ancora poche le aziende che sono passate dall’interesse per la tecnologia alla sua adozione: in Italia il 73%, ha adottato o sta adottando un qualche tipo di servizio cloud, con i servizi di sicurezza primi tra tutti, mentre il 72-82% sta valutando le varie forme di cloud.

Tuttavia, le aziende che hanno fatto una migrazione completa nel cloud sono ancora meno del 20%. Quasi 1 azienda su 5 (35-45%) è attualmente in fase di implementazione e all’incirca 3/5 (17-23%) sono in una fase preliminare di discussione, di prova o non stanno considerando per nulla il passaggio al cloud (18-28%).

 

Una delle motivazioni principali risiede nella mancanza di esperienza: infatti solo 1 persona su 4 del team IT (il 25%) ha avuto qualche esperienza con il cloud e poiché il cloud computing sta modificando il modo di lavorare dell’IT, l’esperienza è cruciale in questo settore.

Più della metà delle aziende italiane intervistate, il 56%, ha dichiarato che il proprio staff IT non è pronto per il cloud, mentre una minoranza, tra il 12% e il 13%, ha valutato il proprio personale molto preparato.

Per questa ragione, le aziende italiane si rivolgono a risorse esterne per chiedere aiuto. Infatti, 4 intervistati su 5 si sono rivolti ad un value added resellers (VAR), a consulenti indipendenti, a vendor di servizi professionali o a system integrator.

 

L’indagine ha evidenziato altresì che c’è un certo divario tra quello che le aziende si aspettavano dal cloud e la realtà: quelle che hanno implementato tecnologie cloud non stanno vedendo i risultati/benefici che avevano previsto. Per esempio, l’83% si aspettava di migliorare l’agilità IT, ma solo il 41% ha dichiarato di aver raggiunto questo obbiettivo. I risultati sono stati carenti anche per la disaster recovery, l’efficienza, il calo delle spese operative e il miglioramento della sicurezza.

Il motivo di ciò è da ricercare nel fatto che si tratta di un mercato ancora poco maturo e che i vendor e le soluzioni si stanno ancora sviluppando ed evolvendo.

 

 “I risultati dello studio convalidano quello che ci dicono i nostri clienti. La sicurezza è una delle loro maggiori preoccupazioni quando si tratta di passare al cloud,” ha dichiarato Francis deSouza, group president, Enterprise Products and Services, Symantec. “Per essere tranquilli nel cloud, le aziende IT devono prendere delle misure per assicurare di avere la stessa visibilità e lo stesso controllo delle loro informazioni e applicazioni sia che queste risiedano nel cloud sia che risiedano nella loro infrastruttura.”

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