Asta 4G: Ossama Bessada (Wind) ringrazia gli azionisti e promette un accesso ancora più veloce ai servizi Internet

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Anche Vodafone Italia anticipa l’offerta di servizi avanzati di internet mobile in tutto il paese, anche nelle zone rurali, mentre sempre più persone si chiedono perché il Governo non Voglia replicare l’esperienza anche per le frequenze della Tv digitale.

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Ossama Bessada

Dall’asta delle frequenze 4G, chiusa ieri dopo 22 giornate di rilanci, Wind esce rafforzato ed emerge come “uno tra i più importanti player del mercato”. Lo ha affermato Ossama Bessada, amministratore delegato di Wind in seguito alla chiusura della gara per le frequenze 1800 e 2600 Mhz.

“Come unico operatore con 20MHz di banda FDD a 2.600, saremo in grado di fornire ai nostri clienti un accesso ancor più veloce ai servizi Internet e garantiremo una potente copertura con la banda 800 MHz”, ha detto ancora Bessada sottolineando come l’enorme investimento che la società ha affrontato per aggiudicarsi nuove risorse di banda testimoni “il significativo supporto  dei nostri potenti azionisti”  e confermi Wind “come realtà in crescita nel mercato e  nell’Internet mobile ad alta velocità”.

 

Dall’asta, chiusa dopo 469 tornate, il Governo ha incassato 3,94 miliardi di euro, molto più di quanto atteso: la legge di stabilità prevedeva infatti un guadagno di 2,4 miliardi di euro. Della somma eccedente, quasi 1,5 miliardi, la metà dovrebbe essere utilizzata per lo sviluppo del settore delle telecomunicazioni. Altri 240 milioni, più il 10% del surplus dell’asta andrà alle Tv locali che dovranno essere rimborsate per l’esproprio delle frequenze.

 

Il grosso della cifra finale è stata apportata dai tre player maggiori: Telecom Italia, Vodafone e Wind hanno speso ciascuno poco più di 1,2 miliardi di euro (aggiudicandosi, però, la parte più pregiata dello spettro, quella degli 800 Mhz), mentre i restanti 300 milioni circa sono stati offerti da H3G.

 

Per quanto riguarda, nello specifico, la suddivisione delle risorse messe all’asta, Vodafone, Telecom Italia e Wind si sono aggiudicati due blocchi a testa nella frequenza 800 Mhz; Vodafone, Telecom, H3G un blocco a testa nella frequenza 1.800 mentre per i 2.600 Mhz H3G e Wind si sono aggiudicati 4 blocchi a testa e 3 a testa sono andati a Telecom Italia e Vodafone.

Gli operatori hanno, inoltre, tempo fino a lunedì 3 ottobre per presentare un’offerta per la banda 2000 rimasta non assegnata. Le offerte saranno aperte in seduta pubblica alle ore 14.00 dello stesso giorno presso gli uffici del Dipartimento per le comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico.

 

Le frequenze ottenute, si legge in una nota diffusa da Vodafone Italia, “permetteranno di sviluppare la prossima generazione di servizi per la trasmissione di dati tramite tecnologia Long Term Evolution (Lte), che consentirà all’operatore di telefonia mobile di fornire ai propri clienti servizi avanzati di internet mobile in tutto il paese, anche nelle zone rurali”.

Nello sviluppo dei servizi LTE, Vodafone Italia si avvarrà dell’esperienza di Vodafone Germany, che ha lanciato la tecnologia verso la fine del 2010.

 

Soddisfatto dell’esito della gara il ministro Paolo Romani, secondo cui si tratta di “un risultato straordinario, che pone l’Italia in una posizione d’avanguardia rispetto all’Europa. In una situazione di mercato difficile, siamo riusciti ad attrarre una mole ingente di investimenti”.

“Siamo impegnati ad andare avanti sul fronte dell’innovazione digitale, generando nuove opportunità di crescita e sviluppo“, ha aggiunto il ministro.

 

Anche l’amministratore delegato di H3G, Vincenzo Novari, si è detto soddisfatto delle risorse che la società è riuscita ad aggiudicarsi: anche se è rimasta a bocca asciutta negli 800Mhz, la banda a 2.600 Mhz, ha spiegato l’Ad, “si adatta perfettamente alla copertura in tecnologia LTE dei luoghi affollati dei grandi agglomerati urbani e consentirà quindi alla società di garantire il roll-out delle infrastrutture Lte e i volumi di traffico di dati che verranno richiesti sul mercato per diversi anni a venire”.

 

Resta ancora da chiarire quale cifra, oltre ai 305 milioni sborsati per l’asta, H3G dovrà pagare per le frequenze 1.800 Mhz assegnate alla società per legge e iscritte in bilancio sotto la voce ‘altri ricavi’ per 312 milioni di euro. H3G sostiene di averne diritto gratuitamente, come è stato per gli altri operatori, ma l’Agcom ritiene debbano essere pagate una somma di circa 150 milioni di euro.

Il ministro Romani, proprio ieri aveva affermato che la cifra che H3G dovrà pagare sarebbe stata stabilita dopo l’asta. E’ giunto, quindi il momento.

 

Chiusa l’asta, gli operatori dovranno comunque aspettare il 2013 per mettere le mani sulle frequenze e utilizzarle per migliorare la qualità e la copertura delle reti o per iniziare a offrire servizi a banda larga mobile di quarta generazione, mentre – visto il successo di questa gara – ancora più persone si chiedono perché il Governo non voglia ripetere l’esperienza (e i guadagni) anche per l’assegnazione delle frequenze per la Tv digitale terrestre, che invece verranno assegnate gratuitamente. Ma la risposta, per molti, è scontata.

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