Mondo
Si chiude oggi a Nairobi l’Internet Governance Forum, per discutere del futuro della rete. Più di 2 mila delegati provenienti da almeno 100 Paesi del mondo in rappresentanza di una comunità multistakeholder di governi, imprese private, società civile, web e organizzazioni internazioni si sono confrontati su ‘Internet come catalizzatore per il cambiamento: accesso, sviluppo, libertà e innovazione‘.
Al centro del dibattito anche gli ultimi disordini politici verificatisi in Nord Africa e Medio Oriente e il caso del sito WikiLeaks che ha svelato a tutto il mondo documenti strettamente riservati del governo americano e non solo.
In tutto il mondo, l’accesso a internet ha portato nuove opportunità di sviluppo, libertà e innovazione. Ma all’interno di ogni singolo Paese, gli individui godono di questi diritti in modo differente e questo ha alimentato il dibattito sulla natura di queste libertà.
Questa’anno l’IGF si propone di contribuire in modo congruo all’agenda di impegni per la realizzazione dell’internet governance.
Il mondo è sempre più tecnologizzato e parlare di governance di internet è ormai cruciale per contribuire a cambiamenti positivi. La crescita degli accessi alla rete e l’uso sempre più diffuso del web hanno portato nuove sfide.
Le questioni di cui s’è discusso in questi giorni a Nairobi hanno un’importanza mondiale, ma possono tranquillamente essere declinate su scala nazionale o ancora locale.
Dagli incontri è venuta fuori un’agenda molto interessante di rilevanza internazionale per la rete del futuro.
Negli ultimi anni, come già indicato, s’è registrato un aumento notevole dei collegamenti internet. In alcuni Paesi, più dell’80% delle abitazioni ha accesso al web, quasi tutti a banda larga e molti attraverso reti mobili.
Nei Paesi sviluppati c’è stato un incremento degli abbonamenti mobili dal 53% del 2005 al 73% del 2010. L’accesso alle reti mobili è oggi disponibile per il 90% della popolazione mondiale e per l’80% di quella delle aree rurali.
E’ aumentato anche il numero delle persone che ha un collegamento internet da casa che è passato da 1,4 miliardi nel 2009 a quasi 1,6 miliardi nel 2010.
In Kenya, più del 60% della popolazione usa il cellulare e ci sono 4,7 milioni di utenti internet che si collega da dispositivi mobili. Molto diffusi anche i servizi di mBanking che per la prima volta sono stati offerti a gran parte degli utenti.
Il potenziale di internet resta, in parte, legato alla sua disponibilità e all’uso di risorse critiche, per questa ragione, una delle questioni chiave da affrontare è l’adozione e la diffusione dell’IPv6.
Il dibattito a Nairobi contribuirà a definire i provvedimenti nazionali e internazionali necessari per garantire sicurezza, trasparenza e privacy, specie davanti all’avanzata del cybercrime e all’esplosione del cloud computing.
I crimini informatici interessano soprattutto i Paesi in via di sviluppo dove, in concomitanza con la diffusione esponenziale dell’uso delle nuove tecnologie nella società civile, internet è sempre più utilizzato, anche dai criminali comuni, come mezzo per effettuare transazioni illegali di denaro, traffico di droga o esseri umani e prostituzione. Secondo i delegati dell’IGF la criminalità informatica, che valica i confini dei singoli Stati, pone nuove minacce alla sicurezza e la stabilità degli stessi Governi.
Diane Schroeder, direttore per gli Stati Uniti dell’ICANN, l’organismo mondiale delegato a emettere i nomi di dominio su Internet, ha rivelato che la sua organizzazione ha stretto numerose partnership con alcuni Governi e attori privati per sviluppare programmi di contrasto al cybercrime. Ma anche gli Stati corrono ai ripari: il ministro dell’Informazione e della Comunicazione del Kenya, Samuel Poghisio, ha annunciato che il suo Paese ha istituito un Comitato di Gestione Internet che ha il compito di individuare azioni concrete per affrontare il problema della sicurezza informatica e della privacy.